“L’aumento dei prezzi nel 2021, la criticità della catena logistica nell’approvvigionamento di materiali e macchinari, la pesantissima incognita legata alla vicenda bellica preoccupano e rendono incerta la prospettiva di consolidamento della ripresa in atto. A questo quadro si aggiungono le difficoltà delle pubbliche amministrazioni, in particolare i piccoli comuni, nel governare i processi sugli investimenti previsti dal Pnrr e dai fondi europei. Senza una immediata e sostenuta azione di supporto con strutture tecniche qualificate e competenti che affianchino le amministrazioni locali sono a rischio gli investimenti Pnrr. La regione batta un colpo, convochi un tavolo con le forze sociali, gli enti locali, le amministrazioni regionali per coordinare al meglio la realizzazione degli investimenti attesi”. Ad affermarlo Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale CNA Sardegna e presidente CNA Costruzioni Sardegna.
Con i dati a consuntivo per il 2019 – 2020 e le nuove stime per il 2021, viene confermata la rapida ripresa del settore delle costruzioni in Sardegna che, un anno dopo la crisi pandemica, è stato in grado di recuperare le perdite subite. Il rapido ritorno alla crescita ha riguardato tutta l’edilizia privata, con il segmento residenziale (+29,1%) divenuto il motore trainante. Positiva anche la dinamica per l’edilizia non residenziale (+13,7%).
La ripresa della domanda è ben rappresentata da un mercato immobiliare tornato rapidamente a crescere sia nel segmento abitativo (+33,5%), che in quello non residenziale (+63,5%).
Una dinamica sostenuta da un mercato del credito in espansione proprio negli ambiti di attività che più rappresentano il mondo della compravendita: le erogazioni per l’acquisto immobiliare risultano aumentate del 26% per quanto riguarda le abitazioni e di quasi il 30% per gli immobili non residenziali. Segnali di rigidità invece riguardano il credito all’investimento. Sul fronte dell’offerta si registrano tassi di crescita sia degli occupati che delle imprese trainati dall’efficacia degli strumenti che stanno rappresentando il ruolo anticiclico del settore (Superbonus).
Infine per le opere pubbliche, previsione positiva per gli investimenti infrastrutturali, trainati dai lavori finanziati dal Pnrr e dai fondi strutturali.
Sull’insieme del quadro descritto pesa oggi una incognita legata alla inaspettata vicenda bellica che, sommata alle preesistenti tensioni provenienti dalle strozzature dell’offerta, impone cautela nella integrazione della dinamica degli indicatori congiunturali. Per una piena previsione sulla dinamica del settore regionale per l’anno in corso, sarà necessario attendere gli ulteriori sviluppi del conflitto e delle azioni geopolitiche ed economiche che ne deriveranno.
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