Si è svolta presso l’Hotel Castello a Castel San Pietro Terme, l’assemblea di CNA Imola Associazione Metropolitana. L’argomento al centro della parte pubblica è stato “Accesso al credito: la chiave di volta per lo sviluppo e la sostenibilità del territorio”.
Ha introdotto la serata il presidente Luca Palladino che ha rimarcato come “quello dell’accesso ai finanziamenti è un tema centrale per le imprese. L’accesso al credito per le imprese artigiane è un’asticella che di volta in volta sale e che mette spesso in crisi il rapporto con le banche. La nostra associazione cerca da sempre di trovare una soluzione che aiuti il dialogo tra imprese e istituti di credito”. Chiudendo il suo intervento ha affermato: “A nessuna impresa deve essere negato il credito, il costo del credito deve essere sostenibile, occorre superare la narrazione del dire e la narrazione del fare. La prima è che la forza del Paese sono le piccole imprese che rappresentano oltre il 99% del tessuto produttivo. La narrazione del fare è l’esatto contrario. Quando si scrivono le norme si guarda a meno dell’1% delle imprese. Non si tratta di esaltare un modello, semplicemente occorre prendere atto che questa è la fotografia dell’Italia e abbiamo il dovere di far progredire il nostro mondo, quel mondo che, grazie alle doti straordinarie di resilienza e adattamento, ci ha consentito di superare la crisi pandemica, affrontare il caro materiali, la crisi energetica”.
Luigi Cimatti, presidente Bcc Romagna Occidentale, nell’affrontare il tema ‘Il ruolo della Banca e le proposte per lo sviluppo del territorio” ha sottolineato: “Bcc Ro vive della sua comunità, su 100€ di raccolta 90 ricadono sul territorio. Per noi essere banca significa mutualità”. “Non abbiamo grandi dimensioni, ma io dico sempre che non siamo una piccola banca ma una buona banca”. Nel chiudere il suo intervento, focalizzandosi sulle misure messe in campo post alluvione, il presidente ha affermato: “Ci siamo e ci siamo sempre stati, abbiamo chiesto al nostro Gruppo ulteriori risorse da mettere subito disposizione delle imprese e persone con finanziamenti a tasso zero. Noi interpretiamo il ruolo di Banca del territorio nella sua essenza, voi siete la nostra gente, noi siamo la gente”.
Alessandro Baglieri, Area manager Finimpresa srl, ha confermato come il nostro territorio abbia voglia di investire e abbia risposto massicciamente ai bandi emanati negli ultimi mesi. Ha poi illustrato i bandi e gli strumenti regionali per la crescita. Dalla sua dissertazione è emerso come le priorità del Programma regionale Fesr 2021-27 vedano l’allocazione delle risorse disponibili al 52% sulla Ricerca, innovazione, competitività, (530 milioni) il 29% su Sostenibilità, decarbonizzazione, biodiversità e resilienza (303 milioni), il 12% su attrattività, coesione e sviluppo locale (120 milioni), il 4% su mobilità sostenibile e qualità dell’aria (40 milioni) e il 3% su assistenza tecnica. La dotazione finanziaria totale disponibile ammonta a 1,024 miliardi di euro a fronte dei soli 481,8 milioni per il settennato 2014-2020. I risultati dei primi bandi vedono la presentazione di 1424 progetti con un totale di 101,7 milioni erogati.
Mario Pagani, responsabile Dipartimento Politiche Industriali CNA Nazionale, nell’affrontare il tema del “Credito alle Imprese, Dinamiche e Criticità” ha affermato: “Strumenti che favoriscono gli investimenti ci sono, sia a livello regionale sia a livello nazionale, ma per le imprese serve il Credito, e il nostro sistema imprenditoriale è ‘banco-centrico’. Dall’analisi dei dati si evidenzia un calo del credito nell’arco dell’ultimo decennio che per gli artigiani arriva addirittura al 50%”, ha proseguito. “Il fondo di garanzia ha avuto un’esplosione nel periodo covid, ma se analizziamo i dati più approfonditamente notiamo che esso è servito alle banche soprattutto per riassicurare esposizioni pregresse, molto meno invece all’erogazione di nuovo credito alle imprese. Le banche sono più selettive con micro e piccole imprese, ma dai dati si vede come la rischiosità del credito oggi è maggiore per le imprese di medie e grandi dimensioni”. Pagani ha poi illustrato i dati emergenti dalla ricerca fatta da CNA Nazionale: “L’impatto della crisi è stato più forte sulle imprese di minori dimensioni, il ruolo dei Confidi è stato molto positivo, ma nonostante difficoltà e incertezza le imprese sono intenzionate a investire. Il Fondo di garanzia che si assestava sui 19 miliardi annui nel 2020 ha visto il picco di 124,4 miliardi di finanziamenti garantiti. Il Fondo è uno strumento utile ma va revisionato: perché non pensare, per esempio, a una riduzione della percentuale garantita per consentire l’intervento delle regioni o di soggetti mutualistici privati, questo consentirebbe alle regioni di attuare politiche industriali e di indirizzo”. Pagani ha concluso con un’analisi del D.L. Alluvione e il riflesso sul credito alle imprese.
Ha chiuso la serata Paolo Cavini, presidente CNA Emilia-Romagna, che ha trattato il tema Credito e sviluppo – binomio importante per le Imprese. Ha introdotto il suo intervento rispondendo a una sollecitazione dei relatori che lo hanno preceduto sul tema alluvione: “Siamo in costante contatto e confronto con tutte le Istituzioni e, ora che è stato nominato, anche con Il commissario Figliuolo. Siamo preoccupati, e lo abbiamo sottolineato a tutti gli interlocutori per le tempistiche che non sono adeguate alle esigenze delle imprese. Occorre un cambio di passo immediato, ci sono imprese che stanno valutando se le convenga riaprire, la Politica non può permettersi di traccheggiare ancora, servono risposte serie, immediate e adeguate. La nostra regione è trainante per l’intera economia nazionale, ci attendiamo risposte adeguate al nostro ruolo perché ciò è necessario per il nostro Paese”. “Ritornando al tema della serata – ha proseguito – come è stato evidenziato dagli interventi, il nostro mondo imprenditoriale vuole investire e innovare, ma occorre avere il credito per fare gli investimenti, e averlo a condizioni accettabili. Come associazione abbiamo spinto per la valorizzazione e il richiamo a focalizzare l’attenzione degli intermediari verso un approccio alla clientela di tipo relazionale basato sulla raccolta e l’utilizzo di informazioni qualitative che possano affiancare le informazioni standardizzate nella valutazione del rischio di credito. Il nostro Paese è diverso: occorre operare e trovare criteri diversi anche per l’erogazione del credito”.