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Credito e ritardi nei pagamenti, piccole imprese in affanno

Sono preoccupanti per le piccole imprese, secondo la CNA-SHV dell’Alto Adige, alcuni dati del rapporto mensile diffuso oggi (30 settembre 2016) dall’Istituto di Ricerca Economica della Camera di Commercio. “La mancanza di credito dalle banche e i ritardi nei pagamenti rischiano di far morire le piccole aziende, soprattutto quelle edili, per mancanza di liquidità”, afferma Claudio Corrarati, presidente di CNA-SHV.

L’economia altoatesina sta consolidando la ripresa con una previsione del Pil 2016 in crescita dell’1,3%, il numero di imprese è cresciuto dello 0,5% (58.411 imprese iscritte al registro camerale), con un aumento del 2,2% nel comparto manifatturiero e del 2,6% nei servizi privati. Continua, invece, la flessione dell’edilizia che perde lo 0,7% di aziende. Pure il mercato del lavoro è in piena ripresa, con il tasso di disoccupazione sceso al 3,2% e gli occupati in aumento del 2,8%. Le note dolenti, secondo CNA-SHV, arrivano dal capitolo “Credito” del rapporto IRE. I prestiti alle famiglie sono aumentati del 4,5% e quelli alle imprese del 2,4%. Ma c’è una grossa differenza tra le imprese medio grandi, con almeno 20 addetti, che hanno avuto un incremento del 5,1% dei prestiti, mentre per quelle più piccole risulta una contrazione del 2,1%.

Il presidente Corrarati analizza: “Se sommiamo la contrazione del credito bancario verso le piccole e micro imprese ai ritardi nei pagamenti, visto che secondo gli ultimi dati disponibili in Alto Adige solo il 37,1% dei pagamenti avviene puntualmente, il 6,5% con ritardi superiori ai 30 giorni, mentre oltre il 56% delle fatture viene saldato con forti ritardi, troviamo una spiegazione alle difficoltà dei “piccoli”. Le politiche messe in atto dalla Provincia hanno permesso all’Alto Adige di uscire dalla crisi prima di tutte le altre regioni italiane e di riprendere la via della crescita con un ritmo incoraggiante, anche per effetto dell’export. Ma non è tutto oro quel che luccica”.

“La stretta creditizia verso le piccole e micro aziende e i ritardi nei pagamenti delle aziende capogruppo ai subappaltatori o dei privati che ritardano il saldo per contestazioni di poco spessore si fanno sentire soprattutto nell’edilizia – aggiunge Corrarati – che non a caso è il settore in cui si registra una moria di ditte. Rischiamo di veder chiudere le aziende non perché sono prive di capacità o di lavori, ma perché la mancanza di liquidità impedisce di far fronte agli impegni con i dipendenti e i fornitori, senza contare le scadenze fiscali verso lo Stato che, lo ricordo, continua a mantenere un Total Tax Rate sulle aziende a quota 61%, ben oltre la media Ue. Se non si inverte la rotta sul credito e sulla morale dei pagamenti, le piccole aziende rimangono a rischio nonostante la ripresa. Per questo chiediamo con forza un tavolo di confronto che coinvolga Provincia, Agenzia per gli appalti, Banche locali e Consorzi di garanzia in modo da sviluppare insieme un meccanismo virtuoso che consenta ai piccoli di avere liquidità in tempo reale. Quelle stesse piccole imprese che, come rileva l’Osservatorio del Mercato del Lavoro del Centro Studi CNA, stanno tenendo alti i livelli occupazionali, con un aumento del 3,1% di assunzioni in un anno”. 

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