Credito negato. Fiscalità eccessiva. Ecco la corona di spine che grava sul capo delle piccole imprese abruzzesi, impedendo quella ripresa che viene da più parti invocata, ma poco sostenuta. È quanto emerso questa mattina, a Pescara, nel corso della conferenza stampa tenuta dalla CNA abruzzese per presentare lo studio realizzato da Aldo Ronci sull’andamento del credito nel 2014: un andamento che ha confermato in pieno la penalizzazione riservata alle micro-imprese. «Siamo qui periodicamente a ribadire un bollettino di guerra – ha detto il presidente regionale della CNA, Italo Lupo – ma per uscire da questa spirale negativa occorre uno scatto che per il momento non vediamo. Uno scatto che riapra i rubinetti del credito e abbassi una fiscalità che oggi incide per un valore superiore al 63% sul capo dei piccoli imprenditori. Così, chiediamo alla politica di uscire dalla logica dei proclami per mettere finalmente mano alle misure più urgenti».
Tra queste, ha ricordato il direttore regionale della CNA, Graziano Di Costanzo, «il potenziamento dei confidi, unici strumenti in grado di assicurare alle micro imprese un accesso al credito a tassi vantaggiosi. Perché questo è un mondo che per finanziarsi non può ricorrere a meccanismi più sofisticati come la Borsa, ma può solo attingere al sistema bancario». Un sistema che in Abruzzo risente del forte ridimensionamento della presenza degli istituti locali per effetto delle recenti fusioni, acquisizioni e incorporazioni operate dai colossi nazionali: «Fino a pochi anni fa – ha aggiunto Di Costanzo – la nostra regione rappresentava una eccezione virtuosa, con le piccole banche, più vicine al sistema produttivo locale, in grado di erogare più del 50% del credito complessivo al mondo dell’impresa, contro una media nazionale inferiore di 30 punti. Una anomalia che purtroppo è stata cancellata».