Potenziare i Confidi per consentire agli artigiani e alle piccole imprese di arginare le difficoltà di accesso al credito. Sergio Silvestrini, segretario generale di CNA, indica al “Corriere della Sera” gli interventi da realizzare per fronteggiare la stretta al credito verso i “piccoli” che riflette un profondo cambiamento delle politiche da parte delle banche e che si è tradotta in un taglio del 25% dei prestiti al sistema produttivo dal 2011 ad oggi.
“Dobbiamo controllare le regole del sistema bancario – sottolinea Silvestrini – per evitare che il processo di protezione della stabilità delle banche (la stabilità è sacrosanta) venga pagato solo da una feroce e inarrestabile stretta al credito verso i piccoli”.
Un’indagine realizzata dal Centro studi CNA mostra un quadro allarmante. Dal 2011 gli impieghi al sistema produttivo sono stati ridotti di 250 miliardi, pari al 25%. Le piccole imprese, quelle con meno di 20 addetti, sono le più colpite, avendo accusato un calo del 36% mentre per le attività con oltre 20 addetti la contrazione si è fermata al 23%. L’indagine CNA realizzata su un campione di 1.600 imprese si è concentrata su piccoli e piccolissimi. Un terzo del campione impiega fino a tre addetti, le imprese individuali sono un altro 31,4% e il restante 34,9% ha oltre tre addetti. Soltanto il 32% delle domande di credito è stato accolto, il 38,3% è stato rifiutato e il 29,7% accolto solo parzialmente. La fotografia scattata da CNA smonta un luogo comune: la riduzione del credito alle imprese non è il riflesso di una domanda debole. Tutt’altro. Il 40% delle domande respinte è determinato dalle nuove policy bancarie che hanno introdotto criteri molto più rigorosi e selettivi per concedere credito.
Per questo è prioritario potenziare strumenti alternativi al canale degli istituti di credito. “Per fare fronte a questa situazione – sottolinea – è necessario potenziare i Confidi. Eliminarli o ridurli alla marginalità, come qualcuno ha in mente, porterà ineluttabilmente nuovi guai a piccole imprese e artigiani”.