È del 18 gennaio 2018 la decisione della Corte Regionale di Hannover che per prima ha riconosciuto l’esistenza di danni causati dal cartello dei costruttori di autocarri.
Nel giudizio instaurato dal Comune di Gottingen contro MAN i giudici tedeschi hanno riconosciuto che il cartello ha alterato i prezzi degli autocarri respingendo la difesa dei costruttori secondo cui il coordinamento dei prezzi di listino non avrebbe influenzato i prezzi finali pagati dall’acquirente.
Il giudizio adesso prosegue per la quantificazione del danno.
In Italia la prima causa contro il cartello dei camion è patrocinata dall’avv. Giovanni Scoccini ed è stata promossa dalla CNA Fita.
Ricordiamo che grazie a quanto attivato a livello nazionale dalla CNA Fita, le imprese, per intraprendere la rivalsa nei confronti delle case costruttrici, non devono sostenere nessun costo, quest’ultimi vengono anticipati dalle società di riferimento in cambio di una quota del risarcimento che le imprese otterranno.
Nei fatti, la Commissione Europea, ha accertato e sanzionato, per il periodo 1997 – 2011, un cartello tra le principali case costruttrici di mezzi pesanti; il cartello era finalizzato a tenere alti i prezzi dei camion, ritardare l’adozione dei migliori standard antinquinamento e traslarne il costo sui clienti.
L’azione della CNA Fita mira ad ottenere risarcimenti sia per le maggiori spese d’acquisto derivate dal cartello, sia per la svalutazione accelerata dei mezzi che, poco dopo l’acquisto, si sono ritrovati tecnicamente superati per l’entrata in vigore di limiti di emissioni passati da Euro III a Euro VI.