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Dalla nostra indagine l’identikit dell’imprenditore under 40

Soltanto uno su tre ha ereditato l’azienda, ma quasi il 60% è figlio di imprenditori. Il 35% ha conseguito almeno una laurea triennale ma per il 45% la formazione scolastica/universitaria conta poco o nulla nell’attività imprenditoriale, oltre l’86% non ha utilizzato incentivi pubblici per avviare l’attività. Sono alcuni dei risultati dell’indagine sugli imprenditori under 40 promossa da CNA Giovani Imprenditori. Una fotografia che evidenzia gli effetti negativi dell’inverno demografico (tra il 2010 e il 2023 la popolazione di under 35 è scesa di circa 3 milioni di individui) ma conferma il desiderio diffuso di fare impresa da parte dei giovani.

Il 41,2% del campione intervistato afferma di essere imprenditore di prima generazione e il 61,3% ha avviato l’impresa in prima persona confermando che la grande maggioranza ha fatto dell’imprenditoria una scelta di vita professionale con l’obiettivo di sviluppare un progetto originale. Il 32% invece gestisce imprese ereditate/donate da familiari e si propongono di rinnovare l’impegno delle generazioni precedenti.

Nonostante la giovane età, gli imprenditori under 40 del campione CNA in molti casi sono stati in grado di strutturare la loro attività. Il 15,5% ha infatti un dipendente e il 46,5% del totale indica di averne un numero compreso tra 2 e 10. Questi dati sembrano smentire il

luogo comune secondo cui in Italia le imprese giovani sarebbero costituite per lo più da giovani professionisti free lance.

I giovani imprenditori sono attenti alla formazione. Circa il 35% degli intervistati under 40 ha conseguito una laurea (magistrale o triennale), una quota ben superiore rispetto a quelle riscontrabili per le classi di età più anziane (nella fascia di età 41-50 anni i laureati sono il 24,4 % del totale, in quella over 50 essi sono appena il 10,4%) che chiarisce quanto negli anni più recenti, caratterizzati da una incertezza persistente e dal rapido mutamento delle tecnologie, il fare impresa sia una attività che non concede alcuno spazio all’improvvisazione ma, al contrario, richiede un bagaglio culturale adeguato. Tuttavia il 45% degli under 40 ritiene che il percorso scolastico conti poco o nulla nell’attività imprenditoriale. Per i giovani imprenditori risulta comunque fondamentale anche l’esperienza acquisita sul campo. Il 57% di essi dichiara infatti di avere acquisito le competenze necessarie per l’attività di impresa mediante l’attività lavorativa svolta precedentemente presso altre imprese.

Il 73% dei giovani imprenditori ha avviato l’attività grazie a un patrimonio iniziale rappresentato da mezzi propri (46,9%) o da risorse di famiglia (26,9%). Solo il 17,3% ha avviato il progetto imprenditoriale potendo contare in via prevalente sul credito bancario. Questi dati sono spia di una criticità nota. In Italia, infatti, la maggior parte dei giovani che non può contare su risorse proprie o di famiglia ha dovuto abbandonare l’idea di mettersi in proprio dato che il credito bancario viene erogato col contagocce e in maniera molto selettiva.

Tra gli imprenditori che hanno partecipato all’indagine solo il 5,6% ammette di avere scelto la via dell’imprenditoria per mancanza di opportunità alternative. Per il 42% invece la scelta imprenditoriale deriva dalla volontà di realizzare le proprie aspirazioni (31,7%) o di migliorare la propria condizione economica (10,2%).

Dall’indagine emerge che, a partire dal 2004, anno in cui è cessato il regime di neutralità fiscale per le cessioni di impresa, il numero di imprese già esistenti acquistate sul mercato si è dimezzato. Ad oggi solo il 6,6% degli under 40 intervistati ha dichiarato di aver acquistato l’impresa sul mercato.  Infine l’86,2% degli under 40 non ha utilizzato incentivi pubblici per l’avvio d’impresa.

 

 

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