“Per me la Ditan Color è come se fosse una terza figlia. Mi ha dato tutto. E il mio lavoro l’ho fatto sempre con grande passione e divertimento”. È un amore incondizionato verso la sua azienda quello di Ernesto Tanasi, fondatore della Ditan Color, realtà consolidata nel settore dei rivestimenti decorativi e protettivi per esterno, idropitture, isolamento, impermeabilizzanti, collanti e prodotti chimici per l’edilizia. “Dopo molti anni di esperienza in questo settore, ricoprendo anche incarichi importanti, ho deciso di realizzare il mio sogno nel cassetto: creare qualcosa di personale, mettermi in proprio”, racconta Ernesto. “All’epoca, avevo 33 anni, non mi spaventava nulla e credevo molto nelle mie capacità. Così ho dato le dimissioni dalla precedente occupazione dipendente, pur guadagnando un buono stipendio, e mi sono avventurato in questa impresa”. La Ditan Color nasce così nel 1988, in una delle meraviglie barocche del Val di Noto, Palazzolo Acreide (in provincia di Siracusa), città riconosciuta come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco.
“Siamo partiti in un garage di 80 metri quadri e da lì siamo arrivati a un’area di oltre 25mila, di cui 4mila coperti e divisi in due stabilimenti”, sottolinea Ernesto. Del complesso, inoltre, fanno parte più di 500 metri quadri di uffici e laboratori chimici di controllo, ricerca e sviluppo. Ed è proprio nella ricerca che risiede la forza della Ditan Color, come spiega l’imprenditore: “La nostra è una piccola azienda che fa tanta ricerca, per cui ho investito molto su personale qualificato”. Dei 21 dipendenti attuali, infatti, tre sono chimici altamente qualificati, che, oltre a garantire la qualità dei prodotti e delle materie prime utilizzate, sono impegnati nella ricerca e sviluppo di nuovi materiali e tecnologie moderne. Ma notevoli investimenti sono stati fatti anche sulle apparecchiature da laboratorio. “Non abbiamo mai distribuito utili, perché ogni volta li reinvestiamo nell’acquisto di nuovi strumenti oppure cerchiamo di automatizzare ancora di più la filiera produttiva”, spiega Nina Tanasi, figlia di Ernesto, che è pienamente coinvolta nella gestione dell’impresa, oltre a essere presidente di CNA Palazzolo Acreide.
Uno dei due stabilimenti è già interamente automatizzato: dal momento in cui acquisisce le materie prime fino a quando esce il prodotto finito e imballato. A controllarlo una persona, che verifica il regolare svolgimento delle operazioni ed è subito pronta a intervenire qualora si verificassero problemi. “Noi, comunque, puntiamo ad automatizzare interamente anche l’altro stabilimento, perché crediamo fortemente nelle potenzialità e nei benefici dello sviluppo tecnologico”, sottolinea Nina. A farle eco, con un certo orgoglio, è il padre: “Quest’anno abbiamo comprato un macchinario che ora abbiamo solo noi nel sud Italia, una macchina che simula l’invecchiamento accelerato dei prodotti”. In pratica, una volta inserito un prodotto nel macchinario, questo andrà a simulare le diverse condizioni che possono incidere sul suo deterioramento, consentendo di capire in anticipo se, ad esempio, il prodotto in questione potrebbe presentare dei problemi tra dieci anni. “Noi questo riusciamo a rilevarlo subito e, quindi, i nostri tecnici possono intervenire immediatamente sulle cause che potrebbero contribuire a determinare problemi in futuro”, ribadisce Ernesto.
Un’estrema attenzione alla ricerca e alla qualità, che passa anche dalla forte volontà di acquisire determinate certificazioni. La Ditan Color, ad esempio, è stata la prima azienda siciliana a lanciare sul mercato il sistema di isolamento termico degli edifici il cui pacchetto è denominato ‘Thermoditan’, che nel 2010 ha ottenuto il benestare tecnico europeo ETA 10/0085, rilasciato dall’Istituto per le tecnologie della costruzione del Cnr di Milano (Itc). “Siamo stati i primi a ottenere questa certificazione. Abbiamo scelto la strada più lunga ed economicamente più dispendiosa perché l’Itc, rispetto ad altri enti, garantisce una procedura più rigorosa – spiega Nina. – Ma siamo molto contenti, perché i responsabili del laboratorio, dopo aver fatto tutti i controlli del caso, ci hanno comunicato che i risultati ottenuti erano molto più soddisfacenti di quelli raggiunti da alcune multinazionali del settore. Rispetto a queste, noi siamo una piccola realtà, però sulla qualità dei nostri prodotti non c’è nulla da contestare, perché noi ci poniamo sempre su questo livello”. Del resto, questa è solo una delle tante certificazioni ottenute dalla Ditan Color, tengono a ribadire i Tanasi.
La Ditan Color sta operando anche un altro tipo di rinnovamento, passando da una gestione concentrata interamente su un’unica persona, che si occupava di tutto, a un lavoro di squadra, team di collaboratori che si occupano dei diversi aspetti aziendali. “L’obiettivo è quello di coniugare una visione tradizionale con un pensiero più innovativo, ma bisogna trovare un giusto equilibrio per andare avanti con successo”, spiega Nina. “Noi, anche per via della nostra età, siamo impazienti. Abbiamo – sottolinea – una grandissima voglia di fare e di metterci in gioco. Tante volte, però, papà ci frena, perché vuole evitarci gli errori e gli incidenti di percorso in cui è già inciampato lui. Per questo, rappresenterà sempre una guida e una risorsa preziosa. La nostra forza nasce anche da qui, dalla capacità di riuscire a sposare esperienza e competenze innovative”, sottolinea l’imprenditrice.
Ma ad essere coinvolta nell’azienda di famiglia non è sola Nina: c’è anche la sorella, Paola, che si occupa della fatturazione. Non sorprende affatto che entrambe le sorelle Tanasi siano pienamente coinvolte nella Ditan Color. A legarle all’azienda fondata dal padre è un sentimento davvero profondo, che nasce da lontano. “Siamo cresciute qui. – Spiega Nina – Quando eravamo bambine venivamo in azienda nel periodo estivo: indossavamo il camice e poi incollavamo i pannelli oppure facevamo le prove in laboratorio. Questa era la nostra seconda casa. Io poi ho studiato a Siena. Appena laureata mi avevano proposto un lavoro in banca, ma non ho esitato un attimo a dire di no, perché il mio posto era qui. E lo stesso vale per mia sorella. Non potevamo immaginare un futuro diverso dalla Ditan Color”.