A due settimane dall’approvazione del nuovo decreto sulle revisioni auto, le associazioni di categoria alzano la voce e chiedono un confronto urgente con il Ministero dei Trasporti. L’obiettivo è fare subito chiarezza sui tanti aspetti pratici non ancora definiti all’interno della normativa, in attesa dei decreti attuativi e della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che farà scattare il conto alla rovescia fino all’entrata in vigore prevista per maggio 2018.
Poche le novità rispetto al passato, alcune delle quali positive secondo gli Autoripatori di CNA: tra queste per esempio l’attenzione alla formazione dei responsabili tecnici incaricati delle operazioni di revisione, con l’introduzione di percorsi strutturati e attività di aggiornamento. Bene poi anche l’adozione del certificato di revisione, per un maggiore controllo sullo stato del veicolo.
«Ma restano molte zone d’ombra – commenta Egidio Manea, Portavoce Autoriparatori CNA Vicenza – che possono fare la differenza su come e quanto i professionisti autorizzati sapranno adeguarsi ai cambiamenti. Su tutte, la nuova figura dell’ispettore di revisione, e il suo rapporto con il centro autorizzato. E poi la questione dei controlli, contro le “revisioni facili” che sono un danno sia per la maggioranza del settore che lavora nel rispetto delle regole, sia per la collettività, lasciando circolare mezzi potenzialmente non sicuri»
Più volte infatti la categoria ha denunciato il fenomeno, di auto prive delle idonee condizioni per il passaggio della revisione, ma “promosse” da autoriparatori disposti a chiudere un occhio.
«Purtroppo – osserva Manea – sono episodi che capitano quando a fare la differenza per i piccoli centri sono i grandi numeri. Con guadagni ridotti al minimo rispetto alla tariffa fissata a livello nazionale i più piccoli o scelgono di aggregarsi oppure devono trovare il sistema di fare più revisioni possibili. Questo naturalmente rischia di andare a scapito dell’accuratezza della singola indagine, in particolare per tutti gli aspetti della vettura lasciati al colpo d’occhio del tecnico. Che a volte potrebbe passare sopra a problematiche come un fanale rotto, un cristallo scheggiato o pneumatici usurati, cioè a cose che se trascurate possono diventare pericolose per sé stessi e per gli altri sulla strada»
Da tempo è stata avanzata la proposta di un riadeguamento delle tariffe in linea con i costi sostenuti dai centri di revisione, ipotesi che però continua a rimanere congelata. Per il momento non sono comunque previsti neanche adeguamenti delle attrezzature – con conseguente aumento dei costi a carico dei centri di revisione -, rinviati al 2023.
«Allora però diventa fondamentale garantire i controlli sui centri di revisione – conclude Manea -: il rispetto delle regole è indispensabile per tutelare chi fa le cose per bene, e ancora di più per garantire la sicurezza di tutti. Naturalmente CNA non abbassa la guardia: siamo già attivi per garantire supporto con le nuove incombenze legate alla formazione, e teniamo vivo il dialogo con le istituzioni per chiedere risposte subito a tutte queste perplessità».