Attraverso la lente del Superbonus si possono decifrare le distonie e i mali cronici che impediscono all’Italia di dotarsi di strumenti e politiche orientate ad assicurare una crescita duratura e sostenibile. L’anno scorso in totale sono stati attivati 80 incentivi di varia natura ai quali vanno sommati le iniziative regionali e comunali. Un tale quadro complica la capacità di monitoraggio del loro funzionamento, con l’effetto che molto spesso la stabilità degli incentivi non è determinata dalla loro efficacia, ma dagli spazi di finanza pubblica. In questo contesto il Superbonus e gli altri bonus di riqualificazione del patrimonio immobiliare sono stati uno straordinario volano di crescita economica, nonostante un quadro normativo e regolatorio che non ha brillato per linearità e stabilità.
Le continue modifiche e il limitato e incerto arco temporale delle misure hanno alterato in modo artificiale la domanda contribuendo ad alimentare bruschi rincari dei prezzi. E’ quanto evidenzia la CNA in un articolo pubblicato su Il Foglio. Il recente decreto correttivo sollecitato dalla Confederazione mirato a riattivare il meccanismo della cessione dei crediti, bloccato improvvisamente dal Governo, consente di riattivare un mercato essenziale. Ciò ha rappresentato un sano confronto tra decisore politico e parti sociali per un riordino della materia fissando obiettivi misurabili, definendo risorse e un arco temporale congruo. La stratificazione delle norme ha prodotto una giungla di interventi incentivati a cui si collegano detrazioni con percentuali che variano dal 50 al 110 per cento, tetti massimi di spesa, procedure diverse. Una vera e propria selva oscura che sembra aver smarrito la “dritta via”. Per la CNA è quindi giunto il momento di semplificare procedure e adempimenti e razionalizzare le attuali detrazioni con regole certe e stabili per garantire il buon funzionamento di alcuni strumenti di incentivazione.
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