Furti in casa? E’ in aumento il numero degli italiani previdenti: secondo una ricerca dell’Ipsos commissionata dalla Fiera di Milano, in Italia sono tre su quattro le famiglie che hanno installato un sistema antifurto, sia pure una semplice porta blindata. Ma molti fanno ancora poco o, peggio, attendono il primo furto, tentato o realizzato, per adottare contromisure più efficaci e tecnologicamente avanzate. Eppure la prevenzione paga. L’intrusione nelle abitazioni, dopo una decennale galoppata, ha registrato finalmente una frenata. Poca cosa rispetto a un reato che genera enorme, e giustificato, allarme sociale. Ma significativa di una inversione di tendenza. Frutto non solo di una eventuale maggiore prevenzione pubblica quanto, affermano a CNA Installazione e Impianti, di un cambiamento di mentalità. Al fai-da-te, al vicino o alla provvidenza, chiamati precedentemente in soccorso, si vanno sostituendo, anche se con lentezza, i sistemi di protezione. I furti negli appartamenti denunciati sono aumentati del 94 per cento tra il 2005 e il 2015. Ma, sempre secondo i dati del Viminale, la crescita si sarebbe arrestata nel 2014 (con 255.886 casi, +1,8 per cento rispetto al 2013). Nel 2015, infatti, sono diminuiti a 233.730 (-8,7 per cento in confronto all’anno precedente). Una tendenza confermata nei primi mesi di quest’anno. Tra gennaio e aprile 2016 le denunce di furti in appartamento sono calate del 15,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015. Questo calo potrebbe essere determinato anche da un senso di frustrazione dei cittadini. Solo il 2,7 per cento dei criminali viene assicurato alla giustizia. Le pene, inoltre, sarebbero lievi, tanto che, per porre un freno a questo fenomeno delinquenziale, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha di recente riavviato il dibattito sul loro inasprimento per portare gli anni di reclusione previsti da uno a sei. Di sicuro, però, il calo delle denunce cammina di pari passo con l’aumento dei sistemi di protezione nelle abitazioni private. Una tendenza già registrata per banche ed esercizi commerciali, diretta conseguenza del timore crescente degli italiani per i furti negli appartamenti.
Il Censis ha calcolato che, nel 2015, sono stati svaligiati 689 appartamenti al giorno, cioè 29 all’ora, uno ogni due minuti. Oltre ai tanti che hanno subito una o più “invasioni” criminali, non c’è italiano che non abbia un parente, un amico, un conoscente al quale sia stata svaligiata la casa.
Secondo una indagine condotta nel maggio scorso da Lorien Consulting, il 63 per cento degli italiani tra i 30 e i 74 anni teme che possa accadere anche a lui, in particolare mentre è in vacanza. “Al di là del danno materiale, l’intrusione produce un senso di violazione personale che spaventa tutti. La casa è il rifugio dove tuteli la privacy, te stesso e la tua famiglia. E’ l’ultimo luogo dove ti puoi nascondere dal mondo”, ha sottolineato il sociologo e politologo Ilvo Diamanti che studia le paure degli italiani per l’Osservatorio europeo sulla sicurezza. Attenzione, però. La paura e la fretta, anche su questo fronte, possono essere cattive consigliere. Secondo CNA Installazione e Impianti, prima di tutto è necessario analizzare le necessità dell’appartamento da difendere con l’installazione dell’impianto antifurto. Ne va anche del prezzo, che può variare da poche centinaia fino a diverse migliaia di euro. Il costo dell’impianto è determinato da più variabili: il numero di componenti da installare (che dipende dalle dimensioni dell’abitazione e dai punti di accesso da proteggere), la funzionalità e le caratteristiche dei singoli componenti, l’installazione, la presenza di animali in casa, il numero di ore e/o di giorni nei quali l’abitazione rimane deserta. Si può optare pure per il fai-da-te: la rete offre soluzioni anche da solo cento euro (fino a 700), kit standard composti da una centrale, sensori (contatti magnetici e/o rilevatori a infrarossi), tastiera, sirena e combinatore telefonico, quasi tutti con interfaccia wireless.
La soluzione autarchica, però, a giudizio di CNA Installazione e Impianti, presenta non pochi svantaggi. Prima di tutto, se l’antifurto non è installato da un impiantista abilitato non può ottenere la cosiddetta dichiarazione di conformità e, di conseguenza, non viene assicurato. Si tratta, poi, di meccanismi delicati e le possibilità che non funzionino sono alte. Regolari fatture rilasciate per i materiali acquistati e il lavoro svolto da un professionista, oltre che il pagamento attuato tramite bonifico, sono requisiti imprescindibili per usufruire degli sgravi fiscali riconosciuti alle ristrutturazioni edili, pari alla metà della spesa. Il consiglio dei tecnici, insomma, è quello di rivolgersi a personale specializzato e utilizzare materiale certificato per evitare una spesa che possa rivelarsi superflua alla prima prova anti-crimine. E una brutta delusione al ritorno dalle vacanze.