Se reggerà l’esame dell’Aula di Camera e Senato, l’emendamento sul disegno di legge in tema di semplificazione in edilizia, passato l’altro ieri alla commissione Bilancio della Camera, a firma Antonio Misiani (PD), permetterà agli «incapienti» a basso reddito di cedere il credito fiscale del 65% direttamente alle banche, incassando subito il denaro (o almeno gran parte). Si potrebbe così sbloccare il consenso di quei condòmini che, preoccupati per l’esborso da anticipare per iniziare i lavori di riqualificazione energetica del condominio, spesso non consentono di raggiungere la maggioranza in assemblea.
Gli «incapienti» propriamente detti sono i contribuenti che percepiscono un reddito fino a 8mila euro all’anno, e che quindi hanno l’Irpef già azzerata dalle attuali detrazioni per lavoro dipendente e non possono aggiungere altri crediti fiscali.
L’emendamento aggiunge a quanto già previsto dalla legge di bilancio 2017 (facoltà di cessione dell’ecobonus a tutti i soggetti privati, esclusi appunto banche e intermediari finanziari) la possibilità, solo per i contribuenti incapienti, di cedere l’ecobonus anche a questi soggetti.
Se approvato definitivamente, l’emendamento migliora l’ecobonus per i condomìni e può dare una mano al mercato dell’efficientamento energetico dei condomìni che – per il 70% – hanno più di 40 anni e sono pertanto vecchi e ad alto consumo energetico.
Questo emendamento non è sicuramente la soluzione al problema (incentivi fiscali realmente e concretamente utilizzabili dalle famiglie ), tuttavia va nella direzione da noi auspicata. L’unica reale e completa soluzione affinché in Italia si possano effettivamente utilizzare gli incentivi fiscali per riqualificare gli edifici (non solo da un punto di vista energetico ma anche della loro messa in sicurezza) è dare alle famiglie la possibilità di cedere il credito fiscale alle banche. Se la norma rimane quella che è attualmente (cessione del credito fiscale cedibile solo alle imprese e a soggetti privati, ma espressamente vietata alle banche), gli incentivi rimarranno solo una grande opportunità che molto difficilmente potrà dispiegare il suo vero potenziale e mettere in moto così una fetta importante del mercato delle costruzioni, e di conseguenza dell’economia complessiva di questo Paese.
Certo è difficile negare che “qualcosa è meglio di niente”. Ma questo “qualcosa” (l’emendamento, se approvato), anche se va nella direzione giusta, è veramente un’inezia rispetto alla vera soluzione al problema, vale a dire la proposta avanzata da CNA: credito fiscale per ecobonus e sismabonus cedibile alle banche. Questa è una battaglia che CNA COSTRUZIONI ritiene prioritaria nella sua agenda politica.