Artigiani e piccole imprese giudicano molto negativamente la misura del Decreto Crescita che consente all’impresa esecutrice dei lavori relativi all’Ecobonus o al Sismabonus di anticipare al cliente il credito d’imposta sotto forma di sconto in fattura, con la possibilità di recuperarlo in cinque anni. Un’ipotesi che scarta a priori le piccole imprese, che non dispongono dei polmoni finanziari sufficienti e quindi sono costrette a lavorare per i grandi gruppi, sottostando alle loro condizioni e senza la possibilità di emanciparsi e di crescere.

Anche la possibilità di un’ulteriore cessione dei crediti a propri fornitori di beni e servizi  non intacca la complessità delle procedure, mentre lascia  inalterati i rischi per le piccole imprese di restare alla mercé dei grandi fornitori, gli unici nelle condizioni di prendere in carico queste opere per poi assegnarle in una sorta di sub-appalto.

“Avevamo proposto di poter cedere il credito d’imposta sulla spesa effettuata direttamente alle banche – spiegano in CNA – per evitare che alle piccole imprese non sia possibile acquisire il credito per carenza di risorse finanziarie o di capienza fiscale tale da consentire la procedura di compensazione”.

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