Gli ultimi dati disponibili sul comparto dell’edilizia ci presentano un quadro di non facile interpretazione. Se da un lato, infatti, nella nostra provincia a dicembre 2016 si è registrato un incremento dell’1,2% nel volume d’affari, dall’altro si evidenzia una perdita pari all’1,8% nel numero di imprese e una aspettativa di sostanziale stabilità per il 2017.
CNA Forlì-Cesena ha già espresso un parere positivo in merito alla Legge di Bilancio 2017, impostata più sul rilancio che sul rigore ma non sufficientemente coraggiosa in termini strutturali.
Se la guardiamo con specifico riferimento al comparto edile, dobbiamo confermare il nostro giudizio, per la presenza di misure a volte favorevoli ed a volte “frenanti”.
“Per quanto concerne gli aspetti favorevoli – afferma Gabriele Di Bonaventura, responsabile di CNA Costruzioni Forlì-Cesena – registriamo la conferma della detrazione Irpef e in alcuni casi anche l’aumento, per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e per quelli di riqualificazione energetica.
Positive anche le previsioni delle detrazioni, fino al 2021, per le spese sostenute sulla riduzione del rischio sismico”.
Come anticipato, però, registriamo anche provvedimenti non propriamente favorevoli, come quello riguardante la ritenuta dell’8% sui bonifici pagati alle imprese per le ristrutturazioni.
“Voglio accennare – prosegue Di Bonaventura – al tema dello split payment che, al pari di tante altre categorie, interessa anche il settore edile. Con l’applicazione dello split payment, le imprese che forniscono beni e servizi alla pubblica amministrazione, oltre a soffrire i cronici ritardi nei pagamenti, si trovano minore liquidità e credito di Iva, con costi aumentati per gli adempimenti ed eventuali garanzie richieste in sede di presentazione delle istanze di rimborso. Il contrasto all’evasione dell’Iva, nell’ambito dei rapporti con la P.A., non può avvenire caricando le imprese di nuovi oneri”.
Ad appesantire la situazione, troviamo ora addirittura la richiesta alla Commissione europea del ministro Padoan, per estendere il regime di split payment fino al 2020.
CNA auspica invece che, in coerenza con le indicazioni della Commissione, sia rispettato il termine di scadenza del 31/12/2017 e cessi così l’applicazione di questo strumento rivelatosi vessatorio per le imprese che pagano regolarmente l’Iva. A questo scopo, con Rete Imprese Italia, CNA ha promosso una petizione on line per evitare che lo split payment faccia chiudere migliaia di imprese. È possibile firmarla a questo link: