Parte da Adria, e precisamente dall’Autodromo che ha ospitato il convegno “Aggregarsi per crescere”, la proposta di Cna Rovigo per l’efficientamento delle amministrazioni locali con la proposta di aggregazione in 10 comuni ed escludendo dal contesto Rovigo e Porto Tolle. Il tutto con una folta platea formata da imprese e amministratori tra cui sindaci e assessori locali, i parlamentari Crivellari e Munerato, il consigliere regionale Azzalin e con la preziosa partecipazione del presidente nazionale della Cna Daniele Vaccarino che non ha fatto mancare il suo contributo.
“Anche le associazioni si debbono mettere in gioco come classe dirigente. Le imprese del territorio sono collegate allo loro terra e apprezzo il coraggio della Cna Rovigo che ha identificato proposte precise. Il nocciolo della questione è proprio questo. Dobbiamo cambiare – ha analizzato Vaccarino – il modo in cui è organizzata l’Italia che risale a 70 anni fa ed oggi non è più sostenibile. Arriviamo dalla presentazione dello studio sulla fiscalità dei comuni, che sta incontrando molti favori perché analizza l’incidenza delle tasse su un’impresa media considerando fiscalità nazionale e locale. In un Comune – ha esclamato il presidente nazionale di Cna – come si può pensare di amministrare senza le condizioni minime per poterlo fare. Ci vuole coraggio con la lungimiranza di guardare al futuro. Rendiamoci conto che il sistema così non va! E non possiamo far finta di niente perché è un problema nostro che non possiamo eludere”.
“Creiamo – ha chiuso Vaccarino – situazioni in modo da affrontare tematiche di confronto dove ognuno faccia anche un passo indietro. Ragioniamo alla costruzione di un paese che sappia confrontarsi sulle nuove problematiche”.
Passando alla proposta di Cna Rovigo Bosaro, Polesella, Crespino, Villanova Marchesana, Pontecchio Polesine e Guarda Veneta (totale abitanti 11856) formano la prima ipotesi. La seconda è formata da Costa, Villamarzana, Frassinelle, Arquà e Pincara (totale abitanti 9307). La terza da Melara, Bergantino, Castelnovo Bariano, Castelmassa, Calto e Ceneselli (totale abitanti 14020). La quarta da Ficarolo, Gaiba, Stienta, Fiesso Umbertiano, Occhiobello e Canaro (totale abitanti 25760). La quinta è la più numerosa per comuni aggregati con San Bellino, Castelguglielmo, Salara, Trecenta, Giacciano con Baruchella, Fratta Polesine, Bagnolo Po, Canda (totale abitanti 13967). La sesta è formata da Badia Polesine, Lendinara, Lusia e Villanova del Ghebbo (totale abitanti 28193). La settima è composta da Corbola, Ariano nel Polesine e Taglio di Po (totale abitanti 15181). L’ottava da San Martino di Venezze, Adria, Papozze e Pettorazza Grimani (totale abitanti 27121). La nona è composta da Villadose, Ceregnano e Gavello (totale abitanti 10413). La decima e ultima aggregazione vede insieme Loreo, Rosolina e Porto Viro (totale abitanti 24625).
Parecchi i vantaggi presentati da Alberto Cestari per Centro Studi Sintesi. Si parla di un contributo straordinario da parte dello Stato pari al 40% dei trasferimenti erariali del 2010 per un periodo di 10 anni, di un contributo triennale da parte della Regione a sostegno dei costi di riorganizzazione delle strutture comunali a seguito della fusione, di un contributo regionale per gli studi di fattibilità sulle fusioni, di minori vincoli per l’assunzione di personale a tempo indeterminato, dell’esclusione per tre anni dall’applicazione delle regole in materia di acquisizione lavori, beni e servizi, del risparmio sulle spese per gli organi politici, dell’opportunità di specializzare e qualificare ulteriormente il personale e infine della possibilità di mantenere i servizi ai cittadini presso i municipi decentrati. In caso di fusione tra i Comuni, le 10 aggregazioni beneficerebbero di incentivi pari a 15,3 milioni di euro all’anno per 10 anni e in media, ciascun nuovo Comune riceverebbe un «bonus» pari a 85 euro per abitante (in alcuni casi anche oltre i 100 euro). Una sola annualità di incentivi consentirebbe di recuperare l’86% dei tagli ai trasferimenti degli ultimi 5 anni. Per alcune aggregazioni comunali, l’incentivo annuo arriverebbe ben oltre il 100% dei trasferimenti tagliati. L’opzione «fusione» per le 10 aggregazioni renderebbe teoricamente possibile la riduzione del 14% delle tasse comunali su famiglie e imprese e in alternativa, sarebbe possibile incrementare gli investimenti comunali del 75%.
Il dibattito, moderato dalla giornalista Rai Maria Teresa Laudando, è stato ricco di spunti.
Dopo i saluti del sindaco di Adria Barbujani, della vice presidente della Cna Rovigo Emanuela Marangon (“servono servizi efficienti per affrontare meglio il mercato – ha dichiarato -. Il provvedimento non è più rinviabile su dati e informazioni oggettive che noi presentiamo”), del presidente di Cna Rovigo David Gazzieri (“siamo imprenditori ma siamo anche cittadini. Già nel 1999 abbiamo cominciato un percorso che vedeva lungo”) e del direttore dell’Autodromo di Adria Mario Altoè vari sono stati i contributi di amministratori e sindaci.
Intenso il contributo dell’assessore regionale ed ex sindaco di Stienta Cristiano Corazzari: “Abbiamo la consapevolezza – commenta – che l’unico percorso è l’aggregazione ma sappiamo anche che è un percorso difficile e dobbiamo soprattutto convincere i cittadini. Bisogna riuscire a superare l’elemento di diffidenza in un percorso che va capito. Noi ci stiamo provando anche rischiando in prima persona in virtù del campanilismo. Sostenere il si va fatto con costanza e la Cna Rovigo ha dimostrato che dialogando si può arrivare ad un risultato. Ora nel Veneto abbiamo 3 comuni in meno dopo le prime esperienze in questo senso.”
Il giro di tavolo dei sindaci è cominciato con Eugenio Boschini, sindaco di Castelmassa: “Bisognerebbe cercare di far capire le ragioni del si non solo ai cittadini ma anche agli amministratori che alle volte sono i primi a difendere i campanili. Altre esperienze hanno fatto capire a sindaci di comuni piccoli che arrivare ad uno grande è un’altra cosa e l’esempio di Ferrara, citato nello studio, è chiaro e lampante.”
“Sono partito unionista – ha commentato Leonardo Raito sindaco di Polesella – ed ora sono un convinto fusionista. Le unioni funzionano solo se strutturate in un certo modo. Devi avere almeno 50/60 abitanti per 35000 abitanti. Vi sono strutture tecniche e amministrative da gestire. In altre comuni – continua Raito – vi sono esperienze meno burocratiche. Nelle unioni sono coinvolte anche tutti i consigli comunali e i dipendenti alle volte le guardano male e diverse di queste stanno saltando per andare verso il sistema delle convenzioni.”
Da Lendinara l’assessore Sandra Ferrari ha ricordato “Bisogna avere una sensibilizzazione continua e costante e con gli occhi della ragione si può arrivare anche a prendere la giusta decisione.”
Da Ospedaletto Euganeo è arrivato il caso concreto di progetto di fusione già depositato in Regione e a parlarne è arrivato il sindaco Battistella: “La fusione è il vero progetto politico che sta dietro alla questione delle aggregazioni – ha sentenziato il primo cittadino di Ospedaletto Euganeo -. Forse l’unico che è lasciato in mano ai Sindaci. La nostra è una scelta precisa quella di aggregarci con Este anche se non avevamo l’obbligo. La fusione è un processo democratico, lento e bisogna portare la popolazione alla riflessione. Vi assicuro che non si perde nessuna identità e avere gli incentivi è un’occasione unica per poter abbassare le tasse e avere riscontro concreto dell’operazione. Non deve esserci – ha chiuso Battistella – l’egoismo del “caporale” locale per impedire vantaggi che andranno a tutti.
Apprezzati anche gli interventi di Graziano Azzalin: “proporrò uno snellimento del processo di fusione in regione e gli schieramenti politici dovrebbero fare un passo indietro dopo l’esperienza di Civitanova Polesine”, Aldo d’Achille, sindaco di San bellino: “L’indebitamento è il vero problema. In Europa ho notato direzioni diverse ma dobbiamo rivalutare anche come riorganizzare la macchina che coinvolge anche lo stato centrale”, Andrea Mosca Toba, per la Cisl Rovigo-Padova: “prevale il principio della “confusione” non della fusione se parliamo dei servizi per i cittadini. Dobbiamo dare le gambe ad una proposta interessante di Cna Rovigo. Sforziamoci a dare continuità ad una strategia territoriale”, Antonio Fantoni, presidente di Cna Installazione Impianti: “la piccola impresa è patrimonio del territorio ma spesso le istituzioni le snobbano ed esiste in qualche caso una eviden