Epasa-Itaco, 50 anni di welfare indispensabili per la tenuta sociale del Paese

Al lavoro giorno e notte durante la Pandemia. Strumenti formidabili di coesione sociale, braccio operativo della Pa per portare oltre la porta di casa degli italiani i mille decreti, i bonus, i ristori, i sostegni e chi più ne ha più ne metta in tempi di Coronavirus. Eppure poco riconosciuti e vittime quasi paradossali di minori entrate dovute al calo dei contributi dei lavoratori che alimentano i finanziamenti a loro dedicati. È un anniversario dolce-amaro quello del Patronato Epasa-Itaco, il cinquantesimo, mezzo secolo di storia al servizio dei cittadini, con i piedi al novecento, alla penna, alle scartoffie, ai faldoni e la testa nelle pratiche on-line, i siti web e la digitalizzazione del Paese. A celebrare passato, presente e futuro è la voce di Daniele Vaccarino, Presidente del Patronato Epasa-Itaco.

 

Domanda. Cinquant’anni e non sentirli o tutto il peso della vecchiaia?

Risposta. Né l’uno né l’altro. Ma mai come oggi riscontriamo l’importanza del nostro lavoro. La Pandemia è stata una vera e propria chiamata di servizio, repentina e fortissima, malgrado e grazie alla quale abbiamo dimostrato la nostra dinamicità, la flessibilità organizzativa, la capacità immediata di dare risposte alla gente. Lo scorso anno da una settimana all’altra ci siamo trovati a dover sopperire alle richieste disperate di migliaia di italiani in quarantena, con la Pubblica amministrazione bloccata dagli uffici chiusi. Abbiamo attivato canali digitali nuovi e dato risposte a chi le chiedeva in tutti i modi possibili.  Nello sconforto, chi aveva bisogno immediato si è rivolto a coloro che in quel momento erano in grado di dare aiuto. Noi c’eravamo. E di questo il Patronato Epasa-Itaco, tutto, va fiero.

 

D. Il vostro aiuto ai cittadini però ha radici lontane…

R. Esatto. In passato abbiamo avuto una funzione storica straordinaria nella fruizione dei diritti che man mano venivano riconosciuti agli italiani. Siamo stati testimoni della conquista di pensioni più dignitose, ammortizzatori sociali più giusti, del riconoscimento degli infortuni e delle malattie professionali, dei sostegni come quelli dati alle donne alla maternità, dell’inclusione offerta agli immigrati con permessi di soggiorno e ricongiungimenti familiari. Siamo stati interpreti e custodi della storia del 900 nel nostro Paese. Ma con la pandemia, e parlo anche dell’attività di tutti Patronati, è successo qualcosa di straordinario che ha inciso sul welfare italiano in maniera decisiva.

 

D. Cos’è successo esattamente?

R. Cito solo alcuni numeri nostri: abbiamo superato largamente le 500mila pratiche, aumentato l’attività ordinaria del 43% e del 61,3% quella collegata a eventi straordinari come quello dello scorso anno. In una parola abbiamo teso la mano a chi rischiava di annegare.

 

D. Oggi è un compleanno di tutto rispetto, 50 primavere. Come lo celebrate?

R. Non è questo il momento per la nostra celebrazione, siamo impegnati in pratiche come reddito di emergenza o nelle domande collegate al decreto sostegni. Vedremo però di festeggiare se a fine anno ce ne saranno le condizioni, una volta usciti da questo tunnel terribile, come speriamo. Per ora la nostra soddisfazione sta negli occhi delle persone che escono dai nostri uffici dopo aver risolto un problema o fatto chiarezza su un dubbio.

 

D. Che futuro attende il Patronato Epasa-Itaco?

R. Stiamo già lavorando per progettare il domani, per essere più che mai attuali dopo il ‘900. La nostra mission resta quella di rendere fruibile il welfare, di avere il ruolo di semplificatori, di orientare i cittadini nella giungla di una normativa che, nonostante gli strumenti più immediati come quelli digitali, resta sempre molto complessa e in continua evoluzione. Serve per questo preparazione, formazione continua ed empatia. Un mestiere che facciamo da 50 anni e che noi siamo convinti continuerà ad essere ancor più necessario.

 

D. Come potrete essere utili ai cittadini nelle società 4.0?

R. La nostra è la sfida della prossimità sia fisica, con la vicinanza delle sedi, sia digitale con il ‘Patronato a casa tua’, un progetto importante a cui stiamo lavorando. Per noi, poi, il Pnrr (Piano nazionale di rilancio e resilienza) sarà, anche l’occasione per contribuire all’azione di avvicinamento del cittadino alla Pa, ed è quello che faremo.

 

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