Green Deal, architettura istituzionale europea, completamento del mercato unico, difesa comune ma anche temi più nazionali come il programma Transizione 5.0 e la Zes unica sono stati gli argomenti dei faccia a faccia promossi dalla CNA con i leader politici in vista delle elezioni per il Parlamento europeo dell’8 e 9 giugno.

La seconda giornata di confronti, animati dal presidente nazionale Dario Costantini e con le conclusioni del segretario generale Otello Gregorini, è partita dal manifesto realizzato dalla Confederazione e condiviso in larga parte da tutti gli esponenti delle forze politiche.

 

Matteo Salvini

“Cambiare il Green Deal è un dovere” ha esordito il ministro delle Infrastrutture e segretario della Lega, Matteo Salvini. “Per come è stato scritto è irraggiungibile a meno di voler desertificare il Paese, ovvero essere green e disoccupati”. “I numeri dicono che si stanno facendo danni all’ambiente. L’Europa ha ridotto le emissioni di 2 miliardi di tonnellate ma la Cina le ha aumentate di 14 miliardi”. Sul tema transizione, Salvini ha sottolineato l’urgenza di avviare il tavolo sull’automotive, rispondendo a una sollecitazione del presidente Costantini circa la necessità che la transizione venga conseguita tenendo conto della realtà del tessuto produttivo italiano. Vale per l’automotive ma anche per il resto del mercato della manutenzione, “ci sono nel nostro paese oltre 600mila piccole imprese che assicurano la manutenzione delle nostre case, strade, automobili”.

Salvini inoltre ha parlato sul debito comune in Europa sull’esperienza Next Generation EU. “Debito comune sì – ha detto – ma fare eurobond per comprare armi, no. Non indebitiamo i nostri figli per queste finalità”. Il ministro delle Infrastrutture ha affrontato anche questioni di politica nazionale indicando che “venerdì prossimo se va tutto bene porto in consiglio dei ministri il primo passaggio del piano casa che riguarda gli immobili privati. Poi stiamo lavorando anche sugli immobili pubblici”. Salvini infine ha annunciato la convocazione di un tavolo il primo luglio sul nuovo codice degli appalti. “Ci sono situazioni da affinare – ha detto Salvini – dopo un anno di pratica è tempo di una valutazione. Anche la CNA sarà al tavolo – ha aggiunto – vedremo ciò che ha funzionato e ciò che va ricalibrato”.

 

Elly Schlein

Meno Europa sarebbe disastroso per l’Italia. Non ce lo possiamo permettere. Invece andranno realizzate misure per micro e piccole imprese. Le micro e piccole imprese sono tantissime in Italia, più di quattro milioni, e moltissime in Europa. Hanno esigenze profondamente diverse anche dalle medie imprese e noi vogliamo una Unione che sia in grado di raccogliere questa diversità e costruire risposte su misura. Mi domando se, a esempio, le regole europee sugli appalti abbiano tenuto conto di queste diversità. Ecco perché è necessario che noi andiamo a Bruxelles”. A sottolinearlo la segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein.

“Complessivamente – ha spiegato Schlein – abbiamo bisogno di un piano industriale europeo e di proseguire nel solco del Next Generation EU e degli investimenti comuni, che sono necessari tanto più a un Paese come l’Italia che possiede le competenze, i saperi delle maestranze e le intelligenze ma non dispone da solo del margine fiscale che stanno utilizzando altri Paesi per fare nuove politiche industriali. Insisteremo molto in questa direzione per una Europa degli investimenti comuni e mai più dei paradisi fiscali, che creano concorrenza sleale verso le piccole e medie imprese che non possono eludere i ventisette sistemi fiscali diversi in vigore negli Stati europei. Per questo l’Ue deve superare le decisioni da adottare all’unanimità perché – ha concluso la segretaria nazionale del Pd – tale sistema blocca avanzamenti fondamentali”.

 

Raffaele Fitto

Il confronto con il ministro ed esponente di Fratelli d’Italia Raffaele Fitto si è incentrato sul Pnrr anche se, su sollecitazione del presidente Costantini, sono arrivati annunci importanti su due temi particolarmente sentiti dalle piccole imprese: Transizione 5.0 e Zes unica. Su quest’ultima la Confederazione lamenta un vincolo eccessivo che penalizza le piccole imprese fissando a 200mila euro la soglia minima degli investimenti che potranno beneficiare del credito d’imposta. Fitto ha spiegato che “il tetto di 200 mila euro” per il credito di imposta “va misurato insieme all’attuazione della Transizione 5.0. Vedremo il tiraggio dei due programmi ma è possibile immaginare di abbassare la soglia dell’investimento minimo per la Zes unica”.

In fase di ultimazione decreti e regolamento di attuazione per Transizione 5.0 che “stanzia a favore delle piccole imprese 6,3 miliardi di euro di risorse senza alcun vincolo e soglia minima di investimento”, ha ricordato Fitto che poi si è soffermato sul Pnrr dicendosi “ragionevolmente ottimista”. La data del 30 giugno per il raggiungimento degli obiettivi della sesta rata del Pnrr sarà rispettata, ha assicurato, aggiungendo che “noi oggi possiamo vantare dei risultati oggettivi se è vero come è vero che con la revisione abbiamo modificato più della metà degli obiettivi”.

Fitto ha poi sottolineato perché è essenziale il successo del Pnrr. “Non dimentichiamo che sui 220 miliardi complessivi oltre 150 miliardi sono a debito e per ripagarlo dobbiamo assicurare la crescita economica”. Inoltre – ha indicato – il Pnrr è il principale programma tra i Paesi europei e un successo nella realizzazione significa che “in futuro ci potranno essere nuovi strumenti fondati sulla mutualizzazione del debito”.

 

Nicola Fratoianni

Manca la politica per rendere compiuta la costruzione di una Europa che arranca nel mondo globalizzato ed è ormai al bivio della propria sopravvivenza. Ne è convinto Nicola Fratoianni segretario nazionale di Sinistra italiana.

Di fronte ai vertici della CNA Fratoianni si è domandato se esisterà un’Europa dopo le prossime elezioni. “Non esisterà – ha chiarito – se a trionfare saranno i nazionalismi di ritorno che negheranno al sua stessa essenza”. Sul fronte della difesa comune, Fratoianni si è detto favorevole a una difesa integrata, a fronte di una riorganizzazione della spesa che potrebbe essere utilizzata non solo per l’acquisto di armi ma anche per infrastrutture digitali. Il segretario di Sinistra italiana ha poi sottolineato la mancanza di una governance europea che fronteggi le vocazioni imperialistiche di Cina, Usa, Russia, ma non solo. Per risolvere le ingessature europee che ne impediscono capacità decisionali efficaci Fratoianni propone una Europa compiutamente federale, nella quale conti la politica. “Se la Commissione e il Consiglio sono nelle mani dei governi nazionali siamo di fronte a una incompiuta e una grande irrisolta”, ha detto.

Fratoianni ha poi spiegato che se l’Europa non sarà in grado di gestire le grandi transizioni che siamo chiamati a vivere, sia quella digitale che ambientale, i costi di queste ultime si scaricheranno sui cittadini e sulle piccole imprese premiando solo i grandi player, ossia le multinazionali di tutti i settori. “Ricordiamo i grandi profitti dei colossi dell’energia durante la scorsa crisi – ha chiarito – con i pesantissimi costi spalmati sulle piccole aziende e sulle famiglie”. “Ecco perché – ha concluso – noi proponiamo un Polo pubblico europeo per la ricerca e la transizione digitale, temi in cui oggi siamo marginali e per i quali domani rischiamo di perdere definitivamente la partita”.

 

Riccardo Magi

“Dire meno Europa, oggi come oggi, significa semplicemente dire più Cina e più Russia”.  E’ questa la chiosa finale che il segretario nazionale di Più Europa, Riccardo Magi, ha offerto alla platea della CNA in chiusura dei faccia a faccia programmati con tutti i leader dei maggiori partiti. Alle sollecitazioni del nostro presidente nazionale Dario Costantini circa la necessità di rendere l’Europa più incisiva in difesa dei suoi cittadini e delle sue imprese, Magi ha chiarito che gli unici momenti, sino ad ora, in cui l’Ue ha risposto con chiarezza, efficacia e rapidità sono state le situazioni di emergenza, in particolare durante la pandemia. Magi è passato ai temi fondamentali che più preoccupano i piccoli imprenditori italiani.

Sulla difficoltà di trovare manodopera specializzata, anche grazie a una immigrazione regolamentata in Italia in modo del tutto irrazionale, Magi ha reso noto di conoscere “piccoli imprenditori costretti a registrare un proprio dipendente irregolare come badante altrimenti non riescono ad assumerlo: una follia. La normativa va cambiata”.

Secondo Maggi va ridisegnata l’architettura e il ruolo delle istituzioni europee consentendo alla prossima legislatura di diventare costituente in modo tale che l’Ue possa trasformarsi in un soggetto in grado di decidere realmente in tema di fisco, energia, difesa e politica estera europea. Per fare questo Magi ipotizza una Europa “a due velocità”, in cui alcuni Paesi leader si prendono la responsabilità di andare avanti, come fu con l’euro e l’accordo di Schengen sulla libera circolazione di merci e persone. Sulla transizione ecologica Magi ha chiarito che “il sistema produttivo in questo passaggio epocale non va ammazzato. Io, pur essendo un liberista – ha aggiunto – sono assolutamente favorevole a proteggere settori che altrimenti sarebbero sottoposti a dumping insopportabili”.