“Tante nostre produzioni, eccellenza del Made in Italy, godono del permanere nel nostro Paese di filiere integre di realtà distrettuali che possono essere considerate reti d’impresa ante litteram. Un sistema manifatturiero che dobbiamo preservare con politiche industriali adeguate.” Ad affermarlo, Antonio Franceschini, responsabile dell’ufficio Promozione e Mercato internazionale CNA , nel corso del suo intervento alla Conferenza nazionale dell’export e dell’internazionalizzazione delle imprese.
L’iniziativa, giunta alla seconda edizione, si inquadra nel programma degli Stati Generali della Diplomazia 2024 e rappresenta un momento di confronto e dibattito a tutto campo con i rappresentanti delle imprese, delle associazioni di categoria, delle agenzie di sostegno pubblico all’export sulle strategie per rafforzare la presenza del sistema Paese sulla scena internazionale in un contesto globale in continuo mutamento.
Franceschini ha partecipato alla sessione dal titolo: “La voce alle imprese”, in cui i rappresentanti delle associazioni di categoria del mondo produttivo sono intervenuti sulle strategie di internazionalizzazione in esito ai tavoli di consultazione organizzati nelle settimane precedenti dalla Farnesina.
Nel suo intervento, Franceschini ha sottolineato di come la situazione geopolitica internazionale sia un fattore determinante nella ricerca di “nuovi mercati, nuovi scenari e prospettive, spesso lontani dalle logiche tradizionali di semplice esportazione”. Franceschini ha evidenziato la necessità di abbandonare approcci unidirezionali per adottare modelli di cooperazione win-win “capaci di generare vantaggi reciproci”.
Un punto centrale del suo intervento è stato l’invito a cogliere le opportunità offerte dai Paesi che stanno cercando di diversificare le loro economie e sviluppare sistemi industriali più avanzati, basati su cluster manifatturieri. “In questo contesto, le imprese italiane, comprese le piccole e medie imprese, possono posizionarsi come partner strategici in processi evolutivi locali attraverso progettualità dedicate.” Franceschini ha definito questo approccio come “Made with Italy”: un modello che non implica delocalizzazione, ma trasferimento tecnologico e collaborazione per lo sviluppo di filiere produttive nei Paesi target. Questo tipo di intervento potrebbe aprire nuove opportunità per molti settori del sistema produttivo italiano.
“Per fare questo – ha concluso Franceschini – è necessario sviluppare politiche e azioni a vari livelli. Penso al tema delle politiche commerciali, di competenza Ue, ma che già ci hanno mostrato come diversi accordi commerciali siano stati forieri di crescita delle nostre esportazioni. Penso alla cooperazione che rappresenta un altro possibile volano di crescita non solo per i Paesi soggetti destinatari di interventi ma anche per il nostro. Ovviamente poi dobbiamo sostenere adeguatamente le nostre strutture operative come Sace, Simest, Ice Agenzia verso la quale in particolare devono essere trasferite adeguate risorse per sostenere la promozione e l’internazionalizzazione delle nostre imprese.”