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Export in crisi, la nostra ricetta per il Made in Italy

Export Marche

Background with heap of cardboard boxes, parcels and Earth globe

Il commercio italiano con l’estero è in difficoltà. Lo rileva la CNA che, in un articolo apparso oggi sulle testate giornalistiche del Quotidiano Nazionale, rivela un calo delle esportazioni nei principali mercati di riferimento (Germania, Stati Uniti, Francia e Cina). Mercati che rappresentano il 35% del totale. Nei primi otto mesi dell’anno, l’export verso questi Paesi è sceso del 4,3%, con settori come automotive, meccanica, metallurgia, mobili e moda particolarmente colpiti. Le piccole imprese, che costituiscono quasi il 90% degli esportatori e generano metà del valore totale dell’export, sono cruciali per l’economia italiana.

“Dunque è il momento di mettere in campo una serie di azioni – si legge nell’articolo, apparso su Resto del Carlino, Nazione, Giorno – per presidiare un aggregato fondamentale per la formazione del Pil, tanto più per compensare la debolezza della domanda interna”. CNA indica due direzioni: sostenere le imprese esportatrici esistenti mettendo in campo azioni di innovazione e diversificazione dei mercati e favorire l’ingresso di nuove aziende nell’export, agevolando l’accesso a informazioni, garanzie e attività fieristiche.

Viene inoltre sottolineata l’importanza delle politiche industriali per i settori in crisi, come moda e auto, allo scopo di evitare chiusure di attività e perdita di posti di lavoro. Rafforzare l’export è essenziale per preservare un modello economico che ha reso l’Italia il quarto esportatore mondiale.

 

Diversificare i mercati e innovare export: le sfide del Made in Italy

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