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Export manifatturiero: il made in Italy lascia il passo alle produzioni tecnologiche

Le sanzioni alla Russia e la difficile situazione della Turchia frenano la crescita delle esportazioni marchigiane che, in ogni caso, sono andate meglio rispetto alla media nazionale. Nel primo semestre 2016 le esportazioni manifatturiere (il 98,6% di tutto il nostro export) sono state di  5,9 miliardi di euro, valore in crescita dell’1,8% rispetto allo stesso periodo del 2015 mentre l’Italia si è fermata allo 0,1 per cento. Considerando complessivamente tutto l’export regionale, si registra il +1,6% a fronte di una dinamica stazionaria in Italia.

Nel dettaglio settoriale, per quanto riguarda le esportazioni manifatturiere, emerge che la crescita è trainata dai prodotti farmaceutici: l’export di tale comparto, che rappresenta il 17,8% di tutte le esportazioni, è cresciuto del 10,1%, pari a 97,7 milioni di euro in più, (il 96,4% dell’incremento registrato per l’export manifatturiero. ) Considerando gli altri principali comparti si osserva l’importante diminuzione dell’export delle calzature ( -5,8%, pari a 58,6 milioni di euro). In calo anche i prodotti in metallo, (-4,2% pari a 17,6 milioni di euro) e l’abbigliamento (-3,1%).  Invece aumenta l’export per la carta e prodotti di carta (+18,5%)  per gli articoli in gomma e materie plastiche (+9,2%). Seguono la meccanica  (+3,8) e  i mobili (+2,3%).

“Tra le produzioni distrettuali che caratterizzano l’economia della regione, solo il mobile mostra segnali di ripresa della competitività sui mercati esteri mentre” affermano Confartigianato e Cna Marche “tutto il sistema moda perde terreno e, nella meccanica, solo alcune delle produzioni più avanzate – quelle dei beni strumentali e dell’automotive – mostrano segnali decisamente positivi. Ciò che si delinea, è un processo in atto di mutamento che conduce la struttura produttiva regionale a sostituire i cardini della propria competitività sui mercati esteri, dove il successo non sembra più garantito tanto dall’immagine del made in Italy, quanto piuttosto dal rapporto tra  prezzo e qualità.” 

A livello territoriale si registra la diminuzione dell’export manifatturiero a Fermo, con il -2,8% e a Macerata con il -0,6% mentre cresce ad Ancona con il +0,4%, a Pesaro-Urbino (+1,7%) e ad Ascoli Piceno (+6,9%).

Per quanto riguarda i maggiori mercati di destinazione delle esportazioni manifatturiere delle Marche, si osservano diminuzioni importanti delle vendite marchigiane in Russia (-14,2%,) in Turchia (-13,4% ), in Belgio (-13,0%), in Cina (-7,9). L’export manifatturiero aumenta invece in Germania +16,9%) in Francia (+5,7), negli Stati Uniti (+9,4).

“Anche sotto il profilo territoriale delle destinazioni” precisano Cna e Confartigianato Marche “trova conferma il processo di mutamento in atto per la competitività delle nostre produzioni. Mentre perdono terreno le esportazioni verso Paesi non tra i più esigenti in termini di contenuti dei prodotti domandati (Russia, Turchia, Cina), crescono invece le esportazioni regionali verso Paesi che esprimono una domanda probabilmente più complessa e sofisticata (Germania, Francia, Usa,).   

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