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Fermo, un focus sul nuovo Codice degli appalti

Fermo, un focus sul nuovo Codice degli appalti

Fermo, un focus sul nuovo Codice degli appalti

Sono mesi cruciali per i comparti costruzioni ed impianti, con le imprese che devono destreggiarsi tra un fiorire di novità normative generate dal nuovo Codice degli appalti, le scadenze dei bandi legati al Pnrr e un mercato che risente ancora delle varie crisi abbattutesi sull’economia mondiale. Sono i settori maggiormente coinvolti dagli appalti pubblici, tema al centro del seminario di giovedì scorso organizzato all’Hotel Royal di Casabianca da CNA Fermo, in collaborazione con Uni.Co confidi e Camera di Commercio delle Marche.

In apertura dei lavori i saluti degli imprenditori Sabrina Del Medico, presidente territoriale e regionale Impiantisti elettrici e Loris Antolini, presidente di CNA Costruzioni Fermo, e di Elisabetta Grilli, coordinatrice CNA Marche per il settore Costruzioni.

Il direttore generale CNA, Andrea Caranfa, è stato chiaro: “Il 75% del mercato degli appalti pubblici è prerogativa delle grandi imprese, con bandi di importo superiore a 5 milioni di euro in almeno 2/3 del totale. In generale – afferma Caranfa – gli importi a base di gara per eseguire lavori superiori a 25 milioni di euro costituiscono il 64% del mercato e non sono quindi accessibili alle micro imprese perché non frazionati. Affinché gli appalti pubblici non siano più percepiti come un Everest da scalare per le Pmi, è necessario lavorare su alcuni aspetti strategici. Anzitutto la suddivisione degli appalti in lotti – ha spiegato – guardando ad esempio ad esperienze internazionali quali quelle di Francia e Stati Uniti, dove è prevista una quota di riserva minima a favore delle Pmi rispettivamente del 10% e del 23%. Per non dire della Spagna, dove la suddivisione in lotti è obbligatoria”.

A questo proposito Caranfa ha evidenziato come siano fondamentali “la digitalizzazione delle procedure, visto che in Italia il 30% si svolge ancora in modalità cartacea, e la standardizzazione delle procedure stesse, ad oggi gestite da 36 mila stazioni appaltanti che si comportano diversamente”.

Nel suo focus, illustrando i risultati del quarto Osservatorio sulla Burocrazia, Marco Capozi, responsabile delle relazioni istituzionali di CNA, ha anche fornito alcuni dati relativi a Fermo: “L’obiettivo dello studio è riannodare i fili di un dialogo che porti a scrivere una nuova pagina, sicuramente più positiva, in fatto di bandi. Secondo i parametri usati dal nostro Osservatorio, Fermo è in linea con l’andamento nazionale e, seppure agire sembra difficile, è necessario fare sicuramente di più”.

Se a Fermo meno del 20% dei bandi viene suddiviso in lotti e si riscontrano difficoltà nell’introdurre clausole premiali a tutela delle Pmi, d’altra parte il 50% dei bandi prevede specifici requisiti per i consorzi di imprese artigiane e dal 2019 Fermo utilizza una piattaforma telematica (quella che la Regione utilizza come contenitore delle gare) per espletare le gare pubbliche.

Dopo Capozi, l’atteso approfondimento condotto da Elena Grazioli, dell’Ufficio Legislativo di CNA Nazionale, che ha illustrato il nuovo Codice degli appalti pubblici (D. Lgs. 36/2023), che regolamenterà diversamente dal passato le modalità di accesso al mercato pubblico attraverso nuove norme che impatteranno sull’attività d’impresa.

A questo proposito Marco Rossi, Presidente Costruzioni CNA Marche, si è chiesto se il nuovo codice non sia forse “un libro dei sogni”, soprattutto sul fronte di una digitalizzazione, tanto sperata quanto attesa, che fa sempre rima con semplificazione: “Per affrontare i tanti problemi non ancora risolti bisogna avere più coraggio e puntare alla riserva di legge – ha dichiarato – per un mercato più sicuro e meno rischioso, che renda le imprese più propense ad investire”.

Il Sindaco di Fermo, presente anche in veste di presidente Anci Marche, Paolo Calcinaro, si è detto “deluso dal nuovo Codice degli appalti, pubblicato tra l’altro in piena partenza dei lavori del Pnrr. Ci sarebbe voluto maggiore coraggio invece di blindare ancora di più un Paese, con il rischio di farlo arrendere alla burocrazia e perdere competitività”.

Le conclusioni sono state affidate al presidente di CNA Fermo, Emiliano Tomassini, che ha sottolineato ancora una volta la necessità di una digitalizzazione seria delle procedure, con l’auspicio che si possa istituire una cabina di monitoraggio affinché siano prese in considerazione le Pmi nei bandi degli appalti, dal momento che rappresentano il 96% delle imprese italiane.

 

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