Siamo stupiti da una iniziativa della Regione Toscana che sta valutando l’introduzione di un sistema di pagamento per la Firenze-Pisa-Livorno, una strada di competenza regionale, e per di più soltanto per i veicoli pesanti.
Un principio che, se passasse, potrebbe sancire una sorta di ritorno al feudalesimo dove ciascuno dei venti governatori delle regioni italiane potrebbe introdurre oneri, tasse e imposte a proprio piacimento. Con l’aggravante di un meccanismo di pedaggio selettivo discriminatorio per una intera categoria di lavoratori del trasporto merci e persone.
Una misura che, oltre a penalizzare il settore a livello nazionale, si preannuncia fallimentare.
L’introduzione del pedaggio a pagamento per i veicoli pesanti non potrà mai interrompere i flussi di merce strettamente collegati ai distretti industriali dislocati lungo la via dell’Arno: 8,5 milioni di tonnellate di merci destinate al distretto delle pelli (che riguarda le località di Santa Croce, San Miniato e Montopoli), 135mila veicoli prodotti dallo stabilimento Piaggio di Pontedera, 32 milioni di tonnellate di merci movimentate dal Porto di Livorno oltre quelle relative ai suoi cantieri navali. Né sono disponibili percorsi alternativi. Con il pagamento del pedaggio, l’unico effetto che si otterrebbe sarebbe quello di un incremento medio dei costi di gestione di oltre 8mila euro a camion.
Comunque, se questa sciagurata misura dovesse andare avanti, CNA Fita utilizzerà ogni strumento a sua disposizione per ostacolarne la definitiva attuazione. Considerato, oltre tutto, che la proposta della Regione Toscana va in senso contrario alle prime due delle quattro libertà fondamentali del mercato interno europeo, la libera circolazione delle merci e la libera circolazione delle persone, garantite attraverso l’eliminazione dei dazi doganali e delle restrizioni quantitative nonché dal divieto di adottare misure di effetto equivalente.
Patrizio Ricci
(Presidente nazionale CNA Fita)