Quando si tratta di salute, il medico di medicina generale resta il punto di riferimento principale per i pensionati fiorentini. È quanto emerge dalla ricerca “Percezione e priorità del Servizio sanitario nazionale” condotta da CNA Pensionati Firenze.
Nonostante una percezione diffusa di peggioramento del Servizio sanitario nazionale su aspetti cruciali come i tempi di attesa, l’accessibilità, il rispetto della persona e la chiarezza delle informazioni, gli over 65 della città metropolitana di Firenze continuano a riporre una forte fiducia nel proprio medico di base. È proprio a questa figura, infatti, che si affida il 74,5% degli intervistati quando si trova ad affrontare problemi di salute, con il 58% che desidera mantenere un rapporto diretto e personale.
L’indagine conferma che i tempi di attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici (peggiorati dal 2021 per il 40% degli intervistati) continuano a rappresentare una criticità. Di fronte a queste difficoltà, il 10% degli intervistati sceglie di rivolgersi al settore privato, mentre l’1,5% rinuncia alle cure necessarie. In controtendenza, invece, si registra un miglioramento, soprattutto dalla fine della pandemia, nella qualità del rapporto tra i pensionati e il personale infermieristico e amministrativo delle strutture sanitarie e ospedaliere.
Quasi la metà degli anziani non è a conoscenza delle innovazioni nel settore sanitario, come la telemedicina, la teleassistenza e le case di comunità. Inoltre, il 30% degli intervistati si mostra diffidente verso l’uso dell’intelligenza artificiale nel rapporto tra medico e paziente.
“La necessità di riformare il Servizio sanitario nazionale è un tema molto sentito nella nostra associazione, soprattutto in un contesto in cui le risorse a disposizione sono limitate e la popolazione anziana continua ad aumentare – commenta Omero Soffici, presidente dei pensionati di CNA Firenze – Per quanto riguarda la sanità, così come per tutti i problemi reali, è cruciale percorrere la strada dell’unità. Solo uniti potremo evitare che la sanità pubblica possa essere accantonata a favore della sanità privata”.