Per migliorare le condizioni di assorbimento delle forze di lavoro qualificato presenti nel territorio regionale, contribuire allo sviluppo delle aziende marchigiane e predisporre progetti finalizzati alla formazione nell’artigianato, un protocollo d’intesa è stato sottoscritto oggi tra l’Università Politecnica delle Marche e la Cna Marche. Primo progetto comune una “Accademia di Giovani Imprenditori”.
Sono sempre più numerosi i laureati in discipline scientifiche e tecnologiche ma non riescono a trovare posto nelle aziende della regione. Soprattutto nelle piccole e medie imprese. Migliorare le condizioni di assorbimento delle forze di lavoro qualificato presenti nel territorio regionale, contribuire allo sviluppo delle aziende marchigiane e predisporre progetti finalizzati alla formazione nell’artigianato. Sono questi alcuni degli obiettivi del protocollo d’intesa sottoscritto oggi tra l’Università Politecnica delle Marche e la Cna Marche. L’accordo è stato firmato per l’università dal rettore Sauro Longhi e per la Cna dal presidente Gino Sabatini.
“Le collaborazione tra l’università e le realtà attive del territorio, come la Cna,” ha affermato il rettore della Politecnica Sauro Longhi “possono dare serie opportunità di occupazione ai tanti giovani che aiutiamo a crescere. I nostri neo-laureati ricchi di conoscenza su aspetti economici gestionali e sull’uso delle nuove tecnologie possono arricchire e integrare l’esperienza delle tante imprese artigiane delle Marche.”
Con 16,3 laureati in discipline scientifiche e tecnologiche ogni mille abitanti, le Marche si piazzano al sesto posto tra le regioni italiane, con una percentuale superiore al dato nazionale, che si ferma al 13,2 per cento. Al primo posto il Friuli e l’Emilia Romagna con 18,7. Fanalini di coda la Valle D’Aosta con lo 0,8 e il Molise con il 3,5 per cento. Un balzo in avanti enorme quello delle Marche che nel 2000 erano undicesime in questa graduatoria con solo il 5,1 per cento di laureati in discipline scientifiche e tecnologiche. Il capitale umano c’è. Ma solo il 12,8 per cento delle imprese marchigiane nel 2016 ha assunto o prevede di assumere laureati. Una percentuale che crolla al 7,7 per cento tra le piccole imprese con meno di dieci dipendenti. Addirittura nel comparto manifatturiero tra le piccole imprese solo il 2,5 per cento prevede di inserire in organico laureati contro l’84 per cento delle grandi aziende con oltre 500 dipendenti e il 29,8 per cento delle aziende tra i 50 e i 500 addetti.
“Il sistema delle piccole e medie imprese marchigiane” ha sostenuto il presidente Cna Marche Gino Sabatini “presenta difficoltà nell’elaborare e mettere a sistema i fabbisogni di innovazione, ricerca e formazione. Il protocollo sottoscritto tra Cna e Università Politecnica dovrà servire a favorire la crescita del capitale umano nelle piccole imprese, l’innovazione di processo e di prodotto per qualificare il tessuto produttivo regionale, la formazione dei giovani imprenditori, anche attraverso l’istituzione di una Accademia dei Giovani Imprenditori per trasferire competenze di tipo economico e manageriale ai neoimprenditori marchigiani al fine di migliorare la loro competitività sui mercati”
Recuperare i ritardi anche nella ricerca e sviluppo. E’ un altro degli obiettivi dell’intesa tra Politecnica e Cna Marche. Nella nostra regione si investe in ricerca e sviluppo meno dell’1 per cento del Pil. Per essere precisi lo 0,8 per cento che corrisponde a 321 milioni di euro. La media nazionale è dell’1,3 per cento. Pochi anche gli addetti in ricerca e sviluppo, appena 3,2 ogni mille abitanti rispetto ad una media nazionale del 3,1 per mille. Indietro anche nel tasso di innovazione del sistema produttivo: secondo gli ultimi dati Istat, è del 24,5 per cento rispetto ad una media nazionale del 33,5 per cento.
“L’accordo” ha dichiarato Il direttore Dipartimento Management della Politecnica Stefano Marasca “punta a codificare, valorizzare e non disperdere la ricerca informale e il patrimonio di competenze imprenditoriali o manageriali diffuso e consolidato nelle imprese artigiane. In particolare il Dipartimento di Management si pone come interlocutore di tali imprese per aiutare sia il passaggio generazionale che l’inevitabile percorso di sviluppo che le imprese artigiane delle Marche dovranno conoscere per rimanere sul mercato e recitare un ruolo da protagoniste”.