Si è appena concluso a Roma il Food Systems Summit 2023, il vertice sull’alimentazione delle Nazioni Unite, tenutosi alla Fao cui ha partecipato Francesca Petrini, presidente nazionale Cna Agroalimentare.
Con i 161 Paesi presenti con i loro capi di Stato e ministri dell’agricoltura, il focus si è incentrato sullo stato dell’arte degli interventi strutturali realizzati dai rispettivi governi per favorire sistemi alimentari resilienti e capaci di cogliere le sfide dell’Agenda 2030.
Lo stesso segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha sottolineato l’importanza prioritaria di garantire la sicurezza alimentare di fronte al crescente dato della povertà e della malnutrizione nel mondo nonché la necessità che i sistemi alimentari attuali raggiungano gli obiettivi di sostenibilità entro il 2030.
Una vera e propria “call to action” che ha dunque raccolto i vari governi intorno al tavolo della Fao per conoscere i loro programmi alimentari e lo stato d’attuazione.
La certezza è che c’è ancora molta strada da fare e che siamo ben lontani dagli SDGs, in particolar modo dall’obiettivo 2 dell’Agenda 2030 (Fame zero) con più di 800 milioni di persone nel mondo che soffrono la fame, con un trend in costante aumento, soprattutto in seguito alla pandemia. Tragicamente elevato è anche il numero di coloro che sono colpiti da insicurezza alimentare, ossia non hanno disponibilità costante di accesso a cibo sicuro e sufficiente per il loro sostentamento.
Le relazioni dei ministri che hanno messo in luce come soprattutto il fattore climatico-ambientale abbia un impatto enorme sulle produzioni agricole richiedendo investimenti maggiori per soluzioni a salvaguardia dei raccolti e delle comunità nelle aree rurali ma anche per la trasformazione dei sistemi alimentari in chiave sostenibile.
Da più parti sono state pronunciate alcune parole chiave che giocheranno un ruolo strategico nel definire le politiche del futuro: finanza “più umanizzata” concetto ampiamente enfatizzato dalla ministra all’agricoltura dell’Honduras, che ha raccolto il messaggio dei Paesi a basso reddito, bioeconomia e agroecologia grazie al supporto della scienza e dell’innovazione, sviluppo della conoscenza con la diffusione dell’istruzione per costruire la coscienza al cambiamento, ruolo attivo delle donne e dei giovani in tale cambiamento.
La vice segretaria generale delle Nazioni Unite, Amina Mohammed, ha concluso il vertice sottolineando l’urgenza nel compiere la trasformazione dei sistemi alimentari passando dalle idee all’attuazione con azioni concrete. Come CNA Agroalimentare, sottolinea la presidente Francesca Petrini, sentiamo di essere parte attiva in questo processo di cambiamento che vede le piccole imprese della filiera agroalimentare al centro di tale processo. La dieta mediterranea, in questo senso, rappresenta uno di stile di vita unico nel suo genere e patrimonio da difendere. Riconosciuta, infatti, dalla letteratura scientifica come alleata della salute è al contempo anche un modello sostenibile in linea con le sfide che ci attendono nel futuro.