Ancora pochi controlli e nessuna sanzione. Le regole sugli impianti che contengono f-gas continuano ad essere aggirate e i relativi macchinari ad essere installati da operatori non certificati con il patentino del frigorista o, ancora peggio, nemmeno abilitati ai sensi del Dm n.37/2008.
La denuncia arriva da CNA impianti e dai colleghi autoriparatori e risponde alle promesse fatte negli ultimi mesi dal Governo ad oggi ancora disattese “nonostante i molti impegni, la situazione non accenna a migliorare – dichiara Maurizio Giacomelli responsabile degli impiantisti spezzini – le nostre imprese hanno adempiuto con professionalità agli obblighi di legge, sostenendo notevoli costi ma, se la situazione resta questa, si rischia che gli operatori si trovino tra le mani un pezzo di carta che non serve nulla”.
Da sempre CNA ha denunciato l’assurda situazione circa l’onerosità, sia dal punto di vista economico che burocratico, delle procedure di certificazione complesse e poco adatte ad un settore composto prevalentemente da piccole imprese. Alla Spezia un centinaio di idraulici, installatori o carrozzieri che operano nel settore del condizionamento aria nelle case o sulle auto, hanno provveduto ad iscriversi provvisoriamente alla Camera di commercio. Solo la metà è arrivata alla certificazione personale (Patentino del frigorista) e meno di quaranta hanno ottenuto la “Certificazione dell’impresa”.
Più volte era stato annunciato l’avvio di una attività di controllo nei confronti delle imprese non certificate che continuano ad operare nel settore degli f-gas. I fatti dicono che non è cambiato nulla, i controlli continuano a non esserci, le sanzioni continuano a non venire comminate ed assistiamo al proliferare di offerte in cui si esortano i clienti al “fai da te” senza che chi di dovere intervenga.
Il problema riguarda soprattutto le imprese che, rispettando gli obblighi imposti dalla legge, si sono certificate, affrontando spese e adempimenti burocratici. Imprese che, alla fine di questo percorso, si trovano in mano un pezzo di carta che non ha nessuna utilità reale sul mercato.
Il Ministero dell’Ambiente, più volte sollecitato dalle associazioni di categoria, continua a non intervenire.
I problemi sono soprattutto quattro:
- La richiesta di doppia certificazione per le imprese individuali (viene loro imposto sia come persona fisica che come impresa);
- I costi documentali non giustificati, imposti da alcuni organismi di certificazione, in caso di trasferimento del patentino ad altro organismo;
- Il Piano di qualità, inserito tra i requisiti necessari per ottenere la certificazione, ma non previsto dai regolamenti europei;
- E, infine, la totale mancanza di controlli sull’applicazione delle regole.
Per CNA queste storture vanno corrette al più presto.