Nella giornata di oggi, venerdì 23 giugno l’ATO Rifiuti Toscana Sud si è riunito per adottare un regolamento di indirizzo rivolto a tutte le Amministrazioni comunali di questa parte di regione. Il documento non indica azioni precise e tempi certi di attuazione, e le decisioni vengono rimandate ai singoli Comuni in occasione delle rispettive adozioni di regolamento. Entrare nel merito del suo contenuto ha comunque una valenza relativa, rispetto al  nodo cruciale della questione che era e resta il contratto di affidamento a Sei Toscana, per la gestione dei rifiuti.

Nel mese di marzo le associazioni rappresentate in Rete Imprese Italia a Siena hanno presentato uno studio realizzata dal Centro Studi Sintesi di Mestre sui primi anni di gestione Sei Toscana messi a confronto con il periodo precedente; lo studio evidenziò le conseguenze per cittadini e imprese. Sebbene venuta a conoscenza dello studio, l’ATO Toscana Sud non ha ritenuto necessario approfondirne i contenuti né creare occasioni di confronto diretto con i promotori di quello studio rimesso a disposizione di amministratori pubblici e cittadinanza; tantomeno hanno fatto a tutt’oggi i singoli Comuni. Analogamente lo studio di Confindustria Toscana Sud effettuato nel 2016 ha evidenziato che la maggior parte dei Comuni dell’ATO Toscana Sud non rispetta le condizioni di conformità alle norme nazionali, alle indicazioni ministeriali e agli orientamenti della Giurisprudenza nei criteri di assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani contenuti nei  Regolamenti TARI.

Chi è chiamato per conto della comunità a richiedere una efficace gestione del servizio ci appare ancorato su una visione superficiale che non tiene conto né dei dati, né di quanto emerso alle cronache nel frattempo. E’ constatando questa situazione che le associazioni rappresentative dell’industria, artigianato e  terziario delle provincie di Arezzo, Grosseto e Siena ritengono necessario procedere alla rescissione del contratto di servizio tra ATO e Sei Toscana, e dar corso ad una nuova gara per assegnare un appalto che tenga conto del vero spirito della norma originaria, ed ispirato ai costi standard definiti dal Ministero dello  Sviluppo.

 

 

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