A ‘Sportello Italia’, trasmissione di approfondimento economico di Rai Radio Uno, si parla di lavoro e di crisi dell’artigianato. A rispondere alle domande di Francesco Ventimiglia è Claudio Giovine, direttore divisione economica e sociale della CNA.
Tra il 2009 e il 2023 sono diminuite le botteghe artigiane di oltre 212mila unità (14,4% in meno). A calare soprattutto le imprese legate alle costruzioni, alle manifatture, all’industria, ma è in riduzione anche il numero di chi opera nei servizi. Un dato che fa riflettere molto è che in Italia operano più avvocati che idraulici: 240mila unità contro 180mila.
“Siamo di fronte ormai da anni a un cambiamento strutturale dell’assetto delle imprese, della composizione per settori, che in parte risponde a quella che è un’evoluzione dei consumi, delle abitudini delle famiglie, delle persone, di nuove esigenze che stanno emergendo e di vecchie tradizioni che vanno purtroppo scomparendo. Stiamo assistendo, quindi, da un lato al calo strutturale in alcuni settori dovuto a una riorganizzazione complessiva dell’economia del lavoro a livello globale; dall’altro lato ci sono le dinamiche delle costruzioni che risentono di politiche congiunturali”, ha evidenziato Claudio Giovine in apertura.
“Esiste, inoltre, una minore attenzione nei confronti del lavoro manuale, minore attitudine dei nostri giovani a operare con le mani. Siamo tutti diventati bravissimi – ha continuato – con i device, i computer, i telefonini. In pochi sanno gestire strumenti rudimentali ma essenziali. In generale c’è una minore attrattività di alcune tipologie di lavoro, figlia sicuramente anche in questo caso di un’evoluzione della società, che vede con minor simpatia alcuni tipi di attività, pur essendo queste non meno utili e non meno remunerative”.
“Credo che il lavoro artigiano sia forse il lavoro più interessante da svolgere, perché pone quotidianamente l’operatore di fronte alla soluzione di problemi nuovi. Ogni intervento, qualunque esso sia, sulla persona, sull’impianto, sul macchinario, è un intervento a sé che, a differenza del lavoro ripetitivo, richiede intelligenza, un’unione delle mani e della testa. Sicuramente è una attività gratificante”, ha concluso Giovine.