L’Anno Europeo delle Competenze è giunto al termine e attraverso un evento dedicato sono stati presentati i risultati ottenuti nel corso di quest’anno.
Per tutta la durata dell’Anno Europeo delle Competenze, CNA Bruxelles e Fondazione ECIPA hanno partecipato attivamente all’iniziativa attraverso diverse attività, tra cui workshop tematici, contenuti social e la pubblicazione di una serie di podcast “ECIPodcast”, in cui vengono presentate brevi storie di professionisti del settore e con l’obiettivo di valorizzare lo sviluppo delle competenze nel sistema delle piccole imprese Italiane.
Nel corso dell’evento conclusivo, diverse sessioni hanno permesso ai partecipanti di discutere delle maggiori sfide riscontrate e dei successi raggiunti: dall’upkilling, al reskilling all’inclusione di NEETs e adulti al mondo del lavoro.
Il primo panel, dal titolo: “Coordinatori nazionali: Conversazione sulle competenze” ha permesso ai coordinatori nazionali di cinque paesi membri (Bulgaria, Spagna, Francia, Finlandia, Belgio) di spiegare al pubblico quali sono state le modalità di coordinamento a livello nazionale tra ministeri, per incentivare la partecipazione dei cittadini all’Anno Europeo delle Competenze. Dallo scambio è emerso che, anche se tutti i paesi hanno implementato un coordinamento omogeneo a livello interministeriale (Ministeri della Cultura, dell’Educazione e del Lavoro), i progetti e gli interlocutori erano diversi da paese a paese.
In Bulgaria e Spagna, i coordinatori si sono concentrati sull’aggiornamento dei programmi di istruzione e sullo sviluppo dei centri di formazioni, sulle microcredenziali e sulla digitalizzazione delle donne nelle aree rurali mentre in Francia, Finlandia e Belgio, i coordinatori si sono focalizzati sul dialogo sociale con gli stakeholders a livello nazionale, regionale e locale, con l’obiettivo di avere dati maggiormente dettagliati su cui costruire dei progetti inclusivi e “su misura” per i disoccupati o gli occupati con necessità di reskilling e upskilling.
Il secondo panel “L’Anno europeo delle competenze: una tappa verso la rivoluzione delle competenze in Europa” ha visto la presenza di rappresentanti del mondo del lavoro, sia pubblico che privato.
Dal confronto è stato constatato come non si potrà attuare una rivoluzione delle competenze finché non si affronteranno le seguenti problematiche:
- Un cambio di paradigma e di attrattività in alcuni settori (soprattutto trasporti e edilizia) per favorire un maggiore coinvolgimento delle donne e dei giovani e dei gruppi sottorappresentati;
- Maggiori investimenti e diffusione di corsi di formazione “ad hoc” e basati sulle esigenze dei lavoratori, il potenziamento di progetti pilota e di scambio internazionale (come ad esempio i bandi ERASMUS +);
- Un’armonizzazione nella raccolta dei dati da parte degli stati membri per valutare l’effettivo impatto della carenza di competenze nei vari settori e incentivare l’utilizzo delle nuove tecnologie per migliorare le soft skills trasversali (tramite le piattaforme di apprendimento continuo) e per i processi di profilazione e di assunzione (tramite l’Intelligenza Artificiale e la consulenza digitale).
Il terzo panel, dal titolo: “La rivoluzione delle competenze: un imperativo per l’Europa di oggi e di domani” ha fornito al pubblico una panoramica di quali sono le necessità relative alla carenza di competenze e su cosa bisognerà puntare in futuro dal punto di vista dei partner sociali.
La tavola rotonda ha permesso agli ospiti di confermare quanto emerso anche nelle altre sessioni dell’evento, ovvero che il processo di acquisizione delle competenze dev’essere favorito attraverso il sostegno economico alle imprese, per fornire corsi di formazione e aggiornamento sia a lavoratori che ai formatori.
Inoltre, è stato sottolineato i corsi di formazione e di aggiornamento debbano essere più interdisciplinari e complementari, con l’obiettivo non solo di attrarre ma di permettere lo sviluppo del lavoratore e delle PMI nel lungo periodo.
Nelle conclusioni dell’evento, Nicolas Schmit ha indicato la necessità di avere non solo un anno, ma “una decade” dedicata alle competenze. Questo favorirebbe la messa in opera di quanto iniziato: dall’individuazione di nuove tecniche di valutazione e di sviluppo delle competenze, a un maggiore coinvolgimento dei cittadini nel comprendere che l’aggiornamento e l’arricchimento delle conoscenze teoriche e pratiche è un processo di “life-long-learning”: di apprendimento continuo lungo tutto l’arco della propria vita.
Maggiori informazioni sull’Anno europeo per le competenze sono disponibili al LINK.