“CNA è chiamata ad interpretare il ruolo di soggetto aggregatore di interessi diffusi. Non esistono più operatori economici che agiscono soltanto su un segmento del sistema produttivo, ma imprese perfettamente integrate nel circuito economico, con un approccio multidimensionale alle esigenze espresse dal mercato”. Così il nostro segretario generale Otello Gregorini ha evidenziato intervenendo all’assemblea di CNA Emilia-Romagna dal titolo “Nuove sfide della rappresentanza” alla quale, dinanzi a un folto pubblico, con Gregorini sono intervenuti il presidente regionale Paolo Cavini, il segretario regionale Diego Benatti, il senatore Pierferdinando Casini, la deputata Daniela Dondi, la rettrice dell’università di Ferrara, Laura Ramaciotti, il costituzionalista Andrea Longo, la direttrice di QN, Agnese Pini, e le imprenditrici Sofia Marchetti e Laisa Rinaldi. Un parterre che testimonia il fondamentale ruolo della nostra Confederazione nella regione, dove con oltre 150mila soggetti rappresentati è l’organizzazione più rappresentativa.
“Occorre – ha sottolineato Gregorini – che anche il decisore politico si renda conto della realtà imprenditoriale italiana, in modo da superare la logica del ritagliare le regole sui grandi soggetti d’impresa, che per tradizione hanno caratterizzato l’andamento dell’economia italiana, ma che oggi rappresentano soltanto un ingranaggio di un assetto produttivo assai più interconnesso, dinamico e globale che in passato. Norme e misure dovrebbero essere congegnate osservando una realtà produttiva profondamente trasformata, evitando che ogni volta la CNA debba mettervi mano a partire da un progetto di riforma sbilanciato e incoerente con la fotografia del Paese. Al legislatore – ha puntualizzato – chiediamo una lettura della società economica più attenta e rispondente ai bisogni di piccole imprese e artigianato, che rappresentano il 99% della struttura economica nazionale”.
“CNA, dal canto suo, per conferire valore al sistema della rappresentanza degli interessi delle categorie economiche, ha il compito – ha continuato – di produrre utilità materialmente percepibili da chi fa impresa, concorrendo ad accrescere le opportunità di business di artigiani e piccole imprese. Solo così si assicura un futuro florido a un corpo intermedio come il nostro, che pone al centro della sua azione – ha concluso Gregorini – il benessere di quei mestieri che animano le nostre comunità”.