Il costo del denaro in crescita e l’impennata inflazionistica, la mancanza di manodopera qualificata e leggi fatte su misure delle grandi imprese, che in Italia rappresentano una minuscola porzione della platea imprenditoriale.
È stato un discorso ad ampio spettro e ricco di riferimenti alla situazione nazionale, e internazionale, quello tenuto dal nostro segretario generale, Otello Gregorini, a Firenze mercoledì pomeriggio a conclusione dell’assemblea di CNA Firenze Metropolitana.
“Siamo molto preoccupati – ha rilevato Gregorini – per l’incomprensibile politica della Banca centrale europea nel continuare a incrementare i tassi d’interesse. A cascata, in Italia questa politica sta danneggiando famiglie e imprese, soprattutto artigiane, micro e piccole, che per finanziarsi ricorrono prevalentemente al credito bancario. La crescita dei tassi si ripercuote, di conseguenza, sulla situazione finanziaria delle nostre imprese e può addirittura mettere a rischio la loro sopravvivenza”.
“Nonostante il calo di maggio dell’inflazione – ha poi spiegato il nostro segretario generale – l’aumento dei prezzi in Italia rimane sensibilmente più elevato della media nei Paesi che adottano l’euro. Questo si sta traducendo in un calo del potere d’acquisto che si riverbera pesantemente sulla domanda interna. Noi abbiamo chiesto a Roma e a Bruxelles interventi in grado di raffreddare i prezzi. Proprio l’inflazione che non scende è il motivo addotto dalla Bce per accrescere i tassi d’interesse. Il combinato disposto di prezzi alti e costo del denaro in crescita può trasformarsi in una autentica tagliola per famiglie e imprese. Le nostre imprese potrebbero trovarsi alle prese con un altro problema: l’inflazione alta potrebbe avere conseguenze sul rinnovo dei contratti di lavoro. L’incremento dei prezzi, però, non corrisponde alla crescita di valore aggiunto da redistribuire, infatti, anche per l’annoso calo di produttività del sistema”.
“Un’autentica emergenza per le nostre imprese in questo momento – ha sottolineato – è la carenza di personale specializzato. La crisi demografica sta riducendo il numero dei giovani e, perdipiù, sono sempre di meno i giovani che vogliono avviarsi ad attività artigiane. Anche su questo fronte vanno studiate soluzioni inedite, magari aprendo scuole di formazione nei Paesi ad alto tasso d’immigrazione, come gli Stati del Nord Africa”.
Infine, una priorità trasversale al mondo dell’artigianato e della piccola impresa: “È necessario concepire norme e strumenti disegnati sulle caratteristiche delle nostre imprese, quelle piccole imprese che rappresentano il 99% del tessuto produttivo”.
L’evento si era aperto con l’intervento di Jacopo Bencini, di Italia Climate Network che aveva inquadrato il tema del cambiamento climatico e delle azioni in atto per cercare di contrastare il fenomeno. A seguire il presidente di CNA Firenze Metropolitana, Giacomo Cioni, collegandosi proprio al contributo di Bencini aveva parlato degli impatti del nuovo contesto di riferimento sul mondo dell’impresa e della crescente attenzione che le aziende dovranno prendere in considerazione su ambiente, attenzione a emissioni e sostenibilità, criteri e rating ESG.