“Nel passato c’era una lettura estremamente positiva dell’artigianato e dell’impresa. Questa lettura è cambiata negli ultimi anni del secolo nuovo”. È quanto ha sottolineato il Segretario generale di CNA, Otello Gregorini, intervenendo all’assemblea di CNA Roma. “C’è in atto un processo complesso che fa leggere il nostro mondo come qualcosa di vecchio, faticoso o peggio sporco. Invece – ha aggiunto – i nostri lavori sono un elemento positivo per il Paese. Senza di noi il sistema Paese non regge. La politica dovrebbe conoscere il Paese, i meccanismi, le sue articolazioni e in funzione di queste fare provvedimenti, invece si fanno leggi solo per la grande impresa”.
C’è un gap da recuperare. “Quando si operano scelte ricordiamo che c’è un 99% a cui bisogna dare delle risposte. Dobbiamo ritornare ad avere il riconoscimento della funzione che noi svolgiamo e portiamo avanti. Per questo è fondamentale parlare di passaggio generazionale, perché quando si perde il saper fare artigiano, non è possibile recuperarlo. E la logica vorrebbe che ogni attività che funziona bene dovrebbe continuare e non fermarsi, invece questo non avviene”.
“Mi auguro che tra Pnrr, investimenti strutturali e quello che viene dall’Europa possa supportarci. Probabilmente nei prossimi anni – ha concluso Gregorini – il nostro Paese da manifatturiero dovrà basare il suo futuro sul turismo, ma questa strada deve essere indicata e supportata dalla politica”.
La Presidente di CNA Roma, Maria Fermanelli, ha messo in risalto che “nel comparto dell’artigianato, le nuove generazioni non imparano solo un mestiere, ma apprendono un insieme di valori e conoscenze strettamente legate al saper fare italiano. I nostri ragazzi possono contare su un patrimonio di saperi ricco e prezioso, che si è accumulato nei secoli e che allo stesso tempo si è saputo sempre integrare a tutte le innovazioni della modernità” .
“I dati ci dicono, in controtendenza con quanto si crede – continua Maria Fermanelli – che in realtà l’auto imprenditorialità nonostante tutto attrae i giovani soprattutto nelle nuove professioni: abbiamo centinaia di imprese guidate da under 35 e altrettante che sono giunte alla terza o alla quarta generazione. C’è tanto da fare ed è fondamentale che la trasmissione dei saperi e la formazione avvengano in modo continuo ed efficace, così da mantenere viva l’essenza stessa del nostro intraprendere; una sfida da affrontare insieme alle istituzioni, con la piena responsabilità di dare risposte efficaci e concrete a questo nostro mondo in continua evoluzione”.