“La funzione dei sistemi di rappresentanza, di organizzazioni come la nostra CNA, in Italia è insostituibile. C’è stato un momento in cui la politica ha cercato di bypassarci. E si è visto com’è finito. Siamo l’anello di congiunzione tra le istanze dell’imprenditoria diffusa e i decisori pubblici, regionale e nazionale. Rappresentiamo il 99 per cento del mondo produttivo nazionale. Siamo radicati nel territorio e lavoriamo nel territorio e per il territorio. Se il nostro sistema va bene, il Paese va bene. Non rappresentiamo imprenditori che vanno dove conviene e vanno a investire all’estero. Noi conosciamo questo mondo e aiutiamo a farlo conoscere alla politica”. Così il nostro segretario generale, Otello Gregorini, in Sicilia per incontri con i vertici della Confederazione ha spiegato ai microfoni dei media isolani.
Gregorini si è soffermato poi sui temi della comunicazione. “Il nostro mondo – ha sottolineato – ha più che mai bisogno di avere al proprio fianco mezzi d’informazione che possano valorizzare le nostre attività. I media potrebbero avvicinare il nostro mondo a una dinamica che si è un po’ persa. In passato c’era una visione molto più positiva di artigianato e piccola impresa. Per il ruolo sociale ed economico che rivestono abbiano bisogno di recuperarla. E i media possono darci una mano importante”.
Passando a temi più vicini al territorio il nostro segretario generale ha rilevato che “il Ponte sullo Stretto sarebbe molto impattante e lascerebbe il segno, lascerà se realizzato, in termini prospettici. Siccome però l’investimento è consistente e duraturo nel tempo, dobbiamo prioritariamente valutare che cosa fare nel frattempo perché la Sicilia recuperi i suoi ritardi in termini infrastrutturali”. Per Gregorini si deve fare in modo che il ponte “trovi reti funzionanti ai suoi estremi, ma non è così. Le risorse non sono infinite e quindi dobbiamo verificarne l’utilizzo. È indispensabile studiare come colmare nel più breve tempo possibile il grave divario patito dalla Sicilia su questo fronte e lo stesso vale per la Calabria. Poi ben venga il ponte…”.
Infine, la Zes unica. “In termini di principio la condividiamo – ha evidenziato Gregorini – anche se vanno considerati i pro e i contro, visto che esistono esperienze negative precedenti. Una visione complessiva del Meridione è positiva, però, perché va recuperato nella sua interezza e valorizzato e rilanciato. Quello che proprio non ci va giù è il tetto a 200mila euro degli investimenti. Una soglia minima che taglia fuori dai sostegni agli investimenti la stragrande maggioranza delle imprese italiane. E che, di conseguenza, va abbassata perlomeno a 100mila euro”.