Crediti incagliati, proposta CNA per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, attuazione del PNRR sono stati i principali temi del cordiale colloquio tra il Segretario Generale della Confederazione Otello Gregorini e la presidente dei senatori del M5S Barbara Floridia.
Gregorini ha sollecitato il Parlamento a fare tutto il possibile per superare le criticità generate dal decreto cessioni e sbloccare rapidamente i crediti incagliati che stanno soffocando le imprese della filiera delle costruzioni. La conversione del provvedimento rappresenta un’occasione irripetibile per rimuovere gli ostacoli e ridare un po’ di ossigeno a alle imprese. I numeri sono eloquenti: secondo stime prudenziali elaborate da CNA, lo stock di crediti incagliati ammonta a circa 8 miliardi di euro. Il che vuol dire che alcune decine di migliaia di micro e piccole imprese artigiane potrebbero chiudere non per aver operato in spregio alle regole, ma, al contrario, per il fatto di aver agito conformemente a quanto previsto dalla disciplina in materia di bonus edilizi.
In fatto di PNRR, Gregorini ha auspicato la necessaria centralità del Parlamento nel vigilare rispetto alla sua materiale realizzazione. La messa a terra dell’intero Piano dipenderà, infatti, dalla capacità di ascolto delle istituzioni a cominciare dal coinvolgimento delle organizzazioni datoriali e sindacali più rappresentative, le uniche in grado di avere contezza in quanto ad avanzamento dei lavori. Le scelte del c.d. Decreto PNRR in materia di governance debbono servire a questo. CNA ha titolo per farne parte, in quanto fra le forze sociali più rappresentative nel Paese.
Gregorini ha da ultimo posto l’accento sulla straordinaria opportunità per un intervento che consenta all’Italia di ridurre sensibilmente la dipendenza dall’estero e delle fonti fossili in campo energetico. Il Segretario Generale della CNA ha rinnovato la proposta della Confederazione per sostenere gli investimenti nell’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili sfruttando i capannoni delle micro e piccole imprese. Piccoli impianti di potenza non superiore a 200 kW per vincere la sfida della transizione energetica e per ridurre il costo delle bollette. Il tutto senza consumo di suolo e con abbattimento delle emissioni climalteranti.