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Guida con conducente. CNA Fita chiede una tassazione più equa per la categoria

A Modena non sono un numero enorme (80 licenze, sulle 300 attualmente in uso, esclusa Bologna, in Emilia Romagna), ma si tratta di un comparto economicamente vivace e che dà un servizio utile a tutti, in particolare alle imprese. Stiamo parlando del noleggio con conducente – NCC, in gergo – a cui ci si rivolge per lunghe tratte, per avere una guida in viaggi a più tappe e per i viaggi in pullman, naturalmente Per intenderci, si tratta tipicamente di corriere e delle cosiddette “auto blu”.

Un movimento che vale circa 30.000 viaggi all’anno, nella sola Modena, dove opera da anni il consorzio Amne, che estende la sua attività anche a Parma e Reggio Emilia e che sta investendo nella sua attività (è delle settimane scorse, ad esempio, l’apertura di un punto di accoglienza al “Marconi” di Bologna.

“A differenza di altri territori – qui non abbiamo problemi con i taxisti, che operano con regole e su un mercato diverso. Eppure, da un punto di vista fiscale, siamo reputati alla stregua di questi ultimi, il cui lavoro presenta caratteristiche molto diverse dal nostro”. La denuncia è di Federico Sandri, presidente di CNA Fita Trasporto Persone di Modena, che stigmatizza un trattamento fiscale penalizzante per la categoria.

“I nostro ricavi sono calcolati in base a un coefficiente presuntivo di 0,85 euro a chilometro percorso. Significa che per un servizio di un centinaio di chilometri, ad esempio da Modena all’aeroporto di Bologna, dovremmo chiedere alla clientela 85 euro. Un prezzo assolutamente fuori mercato. Eppure è su questi valori che si muovono gli studi di settore”.

“Stiamo lavorando per far capire che non si possono determinare certi parametri in modo massivo. Per intenderci, Modena non è Roma, o Milano, Firenze, e nemmeno Bologna, dove il trasporto persone si fa a ore o a impegno minimo, e dove questi parametri possono essere anche coerenti. E’ necessario differenziare i territori in base alle loro caratteristiche per rendere la tassazione più equa e il mercato competitivo. Perché in questo modo noi rischiamo di chiudere e i prezzi per i clienti sono più alti”.

“Non escludiamo – conclude Sandri – di ricorrere a qualche azione di sensibilizzazione perché la situazione sta diventando davvero inaccettabile. Non non vogliamo sconti o trattamenti di favore, ma semplicemente equità”.

 

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