Nel mese di marzo avrà luogo a Ravenna l’assemblea fondativa del gruppo Host in Ravenna di CNA Turismo. A questo gruppo aderiscono host o società che fanno locazione turistica (affitti brevi) o gestiscono strutture extra alberghiere: case vacanze, b&b, r&b, appartamenti, utilizzando sovente piattaforme digitali, sia in forma privata (ove è possibile) che in forma di impresa.
Host in Ravenna s’impegna – come elemento fondativo del gruppo – a diffondere tra i propri associati la cultura della legalità, della fedeltà fiscale e della collaborazione con le Amministrazioni. Il gruppo si pone altresì l’obiettivo di rappresentare gli aderenti nel rapporto con le Istituzioni locali, regionali e nazionali interfacciandosi con gli altri gruppi di host già presenti in Italia e collaborando con le associazioni, gli operatori del settore e le strutture di servizio al turismo, pubbliche e private.
Il gruppo Host in Ravenna chiede al Sindaco di Ravenna e Presidente regionale dell’ANCI, Michele De Pascale, e ai Consiglieri regionali eletti nel territorio di farsi portavoce dell’esigenza di applicare tre modifiche, piccole ma sostanziali, da inserire nelle vecchie norme regionali sulla ricettività turistica.
- FINE DEL DIVIETO DI INSERIMENTO DEI B&B NEI CIRCUITI DIGITALI DI E-COMMERCE E PROMO-COMMERCIALIZZAZIONE.
I Bed & Breakfast devono rispettare regole molto chiare che ne definiscono con precisione la tipologia; ad oggi, però, risulta particolarmente ingiusto il divieto, presente in Emilia-Romagna, di essere inseriti nei portali di commercializzazione; si tratta di un divieto antistorico che non interviene sull’appropriatezza dell’offerta ma pone un vincolo commerciale ingiustificato.
- POSSIBILITA’ ANCHE IN EMILIA-ROMAGNA DI LOCAZIONE DI UNA STANZA O PORZIONE DI UN IMMOBILE DI RESIDENZA.
Tra le regioni italiane, solo in Emilia Romagna la legge impedisce ai proprietari di case di operare affitti brevi mettendo a disposizione una stanza o una parte della propria casa di abitazione; tale impedimento diventa vessatorio non solo perché impedisce a tanti host che vorrebbero offrire consapevolmente parte della propria casa di farlo ma anche perché, in questo modo, non consente di ottenere le credenziali per l’accesso al sito della Questura (Alloggiati Web), necessarie per effettuare la denuncia obbligatoria degli ospiti.
- POSSIBILITA’ PER CASE E APPARTAMENTI PER VACANZA DI ANDARE OLTRE AL LIMITE DI AFFITTO MASSIMO OGGI PREVISTO A 5 MESI.
Il limite di affitto massimo previsto (5 mesi) per i cosiddetti CAV (Case e Appartamenti per Vacanze), risulta oggi troppo restrittivo per alcune tipologie di ospitalità e, di fatto, impedisce di provare ad allargare i periodi di affitto turistico anche fuori dalle stagioni centrali.
Questi sono, secondo Host in Ravenna, solo alcuni degli interventi più urgenti per favorire la qualificazione di una parte dell’offerta ricettiva più relazionale e consentire a molti host di lavorare in piena visibilità rispettando tutte le norme fiscali, di ordine pubblico e civili.
Governare i fenomeni, invece di colpevolizzarli o dimenticarli, è la scelta più difficile ma certamente la più giusta per favorire il nostro turismo che ha sempre più bisogno di lavorare tutto insieme, nella legalità e senza inutili battaglie di retroguardia tra offerte differenti – quella alberghiera e quella extra-alberghiera per esempio – che devono essere in grado di fornire al turista una ampia, diversificata e qualitativa opzione di scelta.
“In questo senso – afferma Nevio Salimbeni, responsabile di CNA Turismo Ravenna – chiediamo al presidente dell’ANCI dell’Emilia-Romagna, Michele De Pascale, e ai Consiglieri regionali del territorio, di farsi promotori dell’apertura di un Tavolo di lavoro su questi temi: turismo relazionale, edilizia e turismo, relazione tra territori e grandi portali digitali, riduzione della burocrazia, norme e regole, controlli e verifiche”.
“Spero che giunga presto a conclusione anche lo scontro tra Airbnb e lo Stato Italiano che, dopo la sentenza di ieri del TAR, favorevole alla norma sulla cedolare secca, e la decisione del portale californiano di ricorrere al Consiglio di Stato, rischia di non avere mai fine. Anche qui – conclude Salimbeni – trovare un accordo giusto, come fatto in altri Paesi, è assolutamente obbligatorio”.