Incassano da ogni marchigiano 950 euro all’anno di cui 615 dai tributi e ne spendono 989 per la gestione dell’ente e per i servizi. La differenza arriva dai trasferimenti statali, sempre più bassi. I Comuni marchigiani sono tra quelli meno esosi verso i loro cittadini e sono i più “risparmiosi”, secondi solo a quelli della Puglia e del Veneto.
Lo afferma la Cna Marche, il cui Centro Studi ha elaborato i dati sui bilanci delle amministrazioni comunali del 2014, diffusi dall’Istat nei giorni scorsi. I nostri soldi. Come li spendono i Comuni della regione? Il 25,5 per cento del miliardo e 534 milioni di euro incassati se ne va per coprire le spese per l’amministrazione, la gestione e il controllo degli enti. Alla gestione del territorio e dell’ambiente viene riservato il 21,4 per cento alla viabilità ed ai trasporti è destinato il 13,5 per cento delle entrate. Ancora. Le spese per il sociale si portano via il 15,8 per cento dei nostri soldi mentre il 9,8 per cento se ne va per la pubblica istruzione.
“dai dati Istat elaborati dal nostro Centro Studi “afferma il segretario Cna Marche Otello Gregorini “risulta come le amministrazioni comunali marchigiane siano tra le più virtuose d’Italia, con grande attenzione ai conti pubblici e attente a non vessare i contribuenti. Tassare meno e spendere meno. E’ questa la ricetta dei Comuni della nostra regione, che ci sentiamo di condividere, soprattutto perché le minori entrate non vanno a scapito dei servizi ma si cerca di risparmiare soprattutto sulle spese di gestione degli enti”.
Analizzando la composizione della spesa si vede infatti come nelle amministrazioni comunali delle Marche si risparmia, rispetto alla media nazionale, per l’amministrazione, la gestione e il controllo ( gli uffici che coordinano le attività interne dell’ente). Inoltre per le spese per la gestione del territorio e dell’ambiente (interventi a favore dell’ambiente e manutenzione spazi comuni; servizi protezione civile, raccolta rifiuti, servizio idrico), per le spese per la viabilità e i trasporti (trasporto pubblico locale, servizi e infrastrutture per circolazione mezzi privati e pedoni).
All’opposto, nei comuni delle Marche si spende percentualmente di più per il settore sociale (per l’erogazione dei servizi sociali ai cittadini, incluse spese manutenzione o costruzione di strutture adeguate a tale scopo, come asili nidi, residenze per anziani o centri di prevenzione) e per l’istruzione pubblica (servizi scolastici esclusi gli asili nido, manutenzione stabili di proprietà, costi gestione servizio mensa o trasporto scolastico locale).
In particolare, la maggiore attenzione alle fasce deboli della popolazione (tra cui anziani e famiglie con bambini) riservata dai bilanci comunali delle Marche, traspare netta dal valore procapite delle spese per il settore sociale, pari a 156 euro per cittadino contro i 145 per l’Italia nel suo complesso