Operazione mozzarelle contraffatte, il plauso del Consorzio di Tutela: “I controlli funzionano, noi parte lesa: proposta espulsione del socio”
La mozzarella di bufala campana D.O.P. è di nuovo al centro di una triste storia dicontraffazione che ha portato all’arresto di cinque persone, tra allevatori e produttori, e alla chiusura di tre caseifici, sparsi tra Napoli e il casertano. Il latte utilizzato (in alcuni casi vaccino, nonostante il discliplinare non consenta altro latte al di fuori di quello bufalino) è risultato contaminato da soda caustica, un composto chimico usato probabilmente per coprire tracce acide dovute all’invecchiamento del latte stesso.
Ma non è tutto: il latte proveniva addirittura da animali affetti da tubercolosi. Il prodotto, potenzialmente dannoso per i consumatori, veniva poi commercializzato in Italia e all’estero. In manette sono finiti Vincenzo e Antonio Croce della Casearia Sorrentino; Gennaro Falconiero, amministratore del Caseificio San Maurizio di Frattaminore e Salvatore e Luca Bellopede dell’azienda casearia Bellopede & Golino di Marcianise, quest’ultima, tra l’altro, ex socia del consorzio di tutela.
“L’operazione della Guardia di finanza di Caserta è la conferma della massima attenzione e vigilanza che c’è nel comparto della Mozzarella di Bufala Campana DOP.
Alla Procura, alle forze dell’ordine e all’Asl va il sentito ringraziamento del Consorzio di tutela. Comportamenti che mettono a rischio l’eccellenza di un prodotto unico al mondo sono assolutamente da condannare e non verranno tollerati. Il Consorzio di tutela è parte lesa in questa vicenda e difenderemo il buon nome degli associati e la reputazione del nostro prodotto in ogni sede utile, costituendoci anche parte civile nell’eventuale processo.
Inoltre nella prossima riunione del consiglio di amministrazione sarà valutata la possibilità di espulsione del socio coinvolto, in base alle norme di trasparenza previste dal Codice etico” del Consorzio.
Il presidente del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana DOP,Domenico Raimondo, commenta così l’inchiesta “Aristeo” della Procura di Santa Maria Capua Vetere su una presunta frode nel settore lattiero-caseario.
Il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani, aggiunge: “Come sottolineato anche dagli inquirenti, i consumatori non hanno nulla da temere. Da circa due anni il sistema di tracciabilità del prodotto a marchio Dop è ancora più sicuro e capillare, offre garanzie complete e dal settembre 2016 è esteso a ogni capo. Con le norme attuali, cioè, possiamo risalire con precisione da una singola mozzarella fino alla bufala che ha fornito il latte.
Questo schema di controlli vede coinvolti l’ispettorato centrale per la repressione frodi del ministero dell’Agricoltura, l’istituto zooprofilattico del Mezzogiorno e l’ente di certificazione del Consorzio Dqa, un lavoro di squadra a tutela della qualità della mozzarella di bufala campana. Si tratta del sistema di tracciabilità più avanzato in Europa, che pone il nostro comparto all’avanguardia a livello comunitario. Un risultato che è stato possibile raggiungere con l’impegno congiunto e la sinergia tra tutti questi enti, che ringraziamo ancora una volta. Il Consorzio di tutela ha messo e metterà in campo tutti gli strumenti a disposizione per tutelare l’unica mozzarella in commercio che può vantare il marchio Dop”.