“Unioni e fusioni comunali: l’obiettivo non è più solo risparmiare e ottimizzare (perché nelle casse comunali c’è ormai ben poco da raschiare), ma dare risposte certe a cittadini e imprese”.
Tutti concordi con il presidente regionale Anci e sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, i vari presenti all’incontro promosso da Cna su “La valutazione dei margini di economicità nei processi di fusione tra i comuni”, svoltosi giovedì 25 febbraio 2016 presso la sede dell’associazione provinciale ad Ancona.
Presenti, oltre a Mangialardi, al presidente Cna Marche Gino Sabatini e al direttore Cna provinciale Ancona Massimiliano Santini, il vice presidente nazionale Anci e sindaco di Pesaro Matteo Ricci, l’assessore regionale bilancio ed enti locali Fabrizio Cesetti e la presidente della Provincia di Ancona Liana Serrani. In platea, tanti sindaci dei comuni delle Marche.
L’iniziativa della Cna, che segue la discussione avviata nell’incontro con i sindaci della provincia di Ancona tenutosi nel gennaio scorso, “è nata dall’esigenza – ha dichiarato il direttore Santini – di cogliere alcune necessità: armonizzare atti, procedure e ordinanze comunali; efficientare la macchina comunale con meno carta e più digitale; condividere buone prassi e alimentare sinergie progettuali; intercettare nuove risorse per interventi concreti nel contenimento delle imposte locali e per investimenti nel territorio”.
“Dobbiamo puntare a stare insieme – ha aggiunto Sabatini – per contare di più quando dobbiamo proporre le nostre esigenze al Governo”.
“Le riforme associative come unioni o fusioni sono strumenti indispensabili – secondo l’assessore Cesetti – e si devono fare laddove portino a garantire servizi più efficienti ed economici ai cittadini, sempre salvaguardando la storia delle identità locali”.
La presidente della Provincia Serrani ha richiamato l’attenzione a “non creare disomogeneità tra i cittadini del territorio, pecca riconosciuta alla Delrio, perché le fusioni vanno fatte garantendo a tutti, imprese e cittadini, i medesimi diritti”.
Un chiaro richiamo alle responsabilità della Regione da parte di Matteo Ricci, che ha espressamente ribadito “la necessità che la Regione assecondi i processi di trasformazione fornendo incentivi che devono aggiungersi a quelli nazionali”.
Ricci ha anche indicato gli step procedurali: “L’obiettivo è partire nel 2017 con i bacini omogenei: 8000 comuni italiani come li abbiamo conosciuti non reggono più, è necessario avviare il cambiamento, non tanto tenendo conto del numero di abitanti, quanto di omogeneità territoriali. Dentro questi bacini, che dovranno essere obbligatori e che potranno garantire servizi più efficienti, i comuni che vorranno farlo (su base quindi volontaria) si fonderanno”.
“Se non riusciremo a cogliere tali opportunità – ha concluso Santini – comprendendone il valore in chiave strategica, il nostro ruolo sindacale uscirà da questa fase di profonda trasformazione fortemente ridimensionato e quello amministrativo definitivamente ridotto ad una mera gestione contabile tra contingenze e austerità, senza alcuna progettualità. Il rischio è assistere ad una lenta agonia della democrazia”.