L’abusivismo non è solo una questione etica o fiscale, ma anche – e soprattutto – di sicurezza.  “Quello dell’abusivismo è un fenomeno che interessa tutti i settori, dalla moda all’alimentare (abbiamo letto appena qualche giorno fa il caso di un fornaio modenese), ma credo che una rilievo particolare il fenomeno lo assuma per le imprese di acconciatura ed estetica”. Maria Luana Franzoni, presidente di CNA Benessere e Sanità, interviene così su un problema non certo annoso, ma che rimane attualità per il suo impatto economico e per i danni che può causare ai consumatori. “Per evitare conseguenze non solo spiacevoli, ma anche pericolose per la salute – ammonisce Franzoni è fondamentale scegliere professionisti in regola. La stragrande maggioranza di questi ultimi, infatti, opera nel rispetto delle norme, a cominciare da quelle igienico sanitarie in merito alla sterilizzazione degli strumenti, per continuare con quelle legate alla formazione e alla qualifica professionale e finire con l’utilizzazione di prodotti e apparecchiature certificate”.

Eppure, continuano ad emergere situazioni di irregolarità, come accaduto a metà marzo a Formigine, dove è stato scoperto un centro massaggi nel quale operavano soggetti senza le necessarie abilitazioni. “Riteniamo – insiste la presidente – che la soluzione possa passare attraverso maggiori controlli da parte degli organi preposti e dalla presa di coscienza da parte dei consumatori sia dei rischi per la salute che si corrono affidandosi ad operatori abusivi. Senza dimenticare il danno economico e sociale che si arreca alla cittadinanza, con l’evasione di imposte che servono a sostenere i servizi di pubblica utilità”

Le modalità con le quali operano le attività abusive sono molteplici: c’è chi presta servizi di estetica ed acconciatura privatamente o direttamente presso l’abitazione di clienti, chi non è in possesso delle abilitazioni necessari, chi non rispetta le norme igieniche e sanitarie, chi utilizza prodotti magari economici, ma pericolosi, e chi, molto semplicemente, non emette gli scontrini.

“In pratica, si va da semplici illeciti da un punto di vista fiscale – che comunque danneggiano tutta la comunità – a comportamenti ed attività che possono esporre la clientela al rischio di lesioni capillari, cutanee o, nei peggiori dei casi, alla possibilità di contrarre malattie gravi come l’epatite C o l’Aids”.

CNA vuole quindi lanciare un segnale forte e di sensibilizzazione verso i consumatori per ricordare che affidarsi a coloro che si improvvisano operatori del settore non mette a rischio solo la bellezza, ma anche la propria salute. Il mettersi in mani sicure e professionalmente riconosciute rimane il punto principale. Scegliere un operatore attento significa scegliere un professionista del settore che utilizza prodotti selezionati, tecniche all’avanguardia e certificate, attrezzature sterili e sanificate in ambienti sani e igienicamente idonei.

“Gli operatori che lavorano in questo modo sono soggetti a rigidi controlli sanitari a al rispetto delle certificazioni sui macchinari proprio a garanzia dei clienti. Chi si affida a improvvisati operatori a fronte anche di un eventuale risparmio economico si espone al rischio di danni gravi e permanenti e spinge la categoria verso un impoverimento professionale”, conclude la Franzoni.

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