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Il chimico dell’inchiostro commestibile amato dal cognato del Principe William

 raccontarla, sembra una storia ambientata nella Silicon Valley californiana degli anni ’70. E se la genesi della Lesepidado ha coordinate geografiche decisamente più nostrane (tra Casalecchio di Reno ed Osteria Grande in provincia di Bologna), non di meno l’alchimia che ha portato alla sua nascita e, soprattutto, la “scoperta”, che oggi le consente di esportare i suoi prodotti in tutto il mondo, hanno, fatte le dovute proporzioni, tutti i crismi della genialità che ha reso famosi i noti guru dell’economia digitale.

“L’idea – spiega Simone Samoggia, 46 anni, Amministratore delegato dell’Azienda e Chimico di formazione – nacque all’interno di un gruppo di giovani amici nel 1998. Creare un inchiostro edibile (commestibile) che si potesse inserire nelle cartucce delle stampanti ink-jet che allora si affermavano sul mercato. Obiettivo: un sistema pratico per stampare immagini su torte e dolci con la facilità e la precisione con la quale si stampavano i documenti cartacei. Incredibilmente funzionò, e l’anno successivo – prosegue Samoggia – grazie anche agli accordi, decisivi, con Modecor, leader nel campo delle decorazioni alimentari ed Olivetti per quanto riguardava la parte tecnologica, nacque la Lesepidado. ‘Marchio’ ottenuto dall’unione delle prime due lettere iniziali dei nostri nomi”.

Oggi, a distanza di 17 anni, la Lesepidado (76 dipendenti ed un fatturato che, per il 2016, è previsto in circa 9 milioni di euro, di cui il 56% all’estero) è tra i protagonisti a livello mondiale del segmento di mercato di prodotti e soluzioni per la decorazione professionale di pasticceria e confetteria. Una linea di oltre 3.600 articoli, tra coloranti, spray, gelatine, pennarelli e naturalmente, stampanti. Progettate all’interno e realizzate in diverse dimensioni da un “partner” specializzato nel settore.

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