L’emissione delle fatture sia cartacee che elettroniche non è un adempimento annoverabile tra quelli sospesi dal Decreto CuraItalia. Lo afferma l’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 8/E del 3 aprile 2020 che fornisce chiarimenti in merito ad alcune norme fiscali disposte dal Decreto.
L’esclusione delle fatture dall’elenco degli adempimenti prorogati – si legge nella circolare – deriva dal suo legame con l’attuazione di molte delle misure agevolative introdotte dallo stesso Decreto. Inoltre, l’emissione della fattura è funzionale alla controparte per l’esercizio di alcuni diritti fiscalmente riconosciuti, come la detrazione IVA o la deduzione dei costi.
Anche in periodo di Coronavirus le fatture sia cartacee che elettroniche devono essere emesse entro dodici giorni dall’effettuazione dell’operazione e, nel caso di fatture elettroniche, entro dodici giorni dall’emissione deve avvenire anche la trasmissione al Sistema di interscambio.
Tuttavia – continua la circolare – considerata l’emergenza sanitaria, è comunque possibile che si vengano a creare delle situazioni particolari per cui ci si trova nell’impossibilità oggettiva ad emettere/trasmettere la fattura elettronica entro i dodici giorni previsti. In questi casi, sostiene l’Agenzia delle Entrate, la valutazione della reale sussistenza delle cause di forza maggiore che portano alla mancata applicazione delle sanzioni, sarà valutata dagli uffici dell’Agenzia caso per caso. Pertanto si consiglia di riportare nella fattura o in un documento specifico i motivi che hanno determinato il ritardo nell’emissione/trasmissione.
A tal proposito, è bene sottolineare che tra le ragioni che possono motivare la mancata emissione della fattura nei termini previsti, non può essere considerata l’impossibilità a raggiungere la sede dell’impresa o degli uffici amministrativi. Infatti, il Governo, con una faq, chiarisce che “Ferme la sospensione dell’attività di produzione e la chiusura degli uffici, è consentito lo svolgimento in sede di attività fondamentali, indifferibili e inderogabili purché del tutto estranee a quella produttiva (es. pagamenti stipendi, pagamenti fornitori, acquisizione di documentazione indispensabile), limitando il più possibile il numero del personale presente e assicurando il rispetto delle misure precauzionali adottate.”
Fino al 31 maggio stop alla trasmissione telematica dei corrispettivi