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Il MUD 2023 come un rebus per 400mila imprese

La sede del ministero dell'Ambiente a Roma, 18 marzo 2020. ANSA/ETTORE FERRARI

Arriva conferma, da una notizia pubblicata oggi sul sito del MASE, dell’imminente uscita del Dpcm che aggiorna il modello MUD 2023 e il conseguente posticipo a luglio della data per l’invio da parte dei soggetti obbligati.

Un barlume di certezza, dopo giorni di assoluto caos; ma è comunque una certezza solo parziale, vediamo perché.

Il Mud (Modello Unico di Dichiarazione Ambientale) è la comunicazione, da presentare ogni anno, nella quale indicare la quantità e la tipologia di rifiuti che enti e imprese hanno prodotto e/o gestito nel corso dell’anno precedente.

Sono circa 400mila i soggetti obbligati alla comunicazione, tra cui molte imprese artigiane e PMI che, per espletare correttamente tale obbligo, iniziano con anticipo – anche per il tramite delle loro associazioni di categoria – a raccogliere tutti i dati che sono necessari per compilare correttamente la comunicazione annuale.

E’ accaduto altre volte, negli anni, che le modifiche al modello arrivassero ad anno iniziato, con conseguente slittamento della scadenza ordinaria fissata al 30 aprile. Infatti la normativa prevede che in caso di un intervento di modifica intervenuto in corso d’anno, il termine per la presentazione del MUD viene fissato in 120 giorni a decorrere dalla pubblicazione in GU del decreto di modifica; ciò a patto però che le modifiche intervengano entro il primo marzo.

In caso contrario, ed è questa l’anomalia di quest’anno, rimarrebbe ferma la data del 30 aprile ed il nuovo modello si applicherebbe dall’anno successivo.

Alla luce dunque di tale regola, ben consolidata per via normativa, nei giorni scorsi e nonostante fosse nota – solo in via informale – l’ipotesi di emanazione di un decreto di modifica del modello, superata la fatidica data del 1 marzo si era definitivamente considerato valido il precedente modello, così come la scadenza del 30 aprile. Pertanto tutti i soggetti obbligati si erano prontamente attivati (se non lo avevano già fatto, prudenzialmente, nei giorni precedenti) per la raccolta dei dati necessari per effettuare in tempo la comunicazione.

Solo il 3 marzo da fonti ufficiose, e oggi con nota ufficiale del MASE, è arrivata notizia di una imminente uscita del decreto di modifica del MUD che, nonostante fosse superata la data del 1 marzo, avrebbe effetto già sul modello di quest’anno e, dunque, sulla data di presentazione dello stesso.

Sembra dunque, con questa nota ministeriale, essersi sciolto ufficialmente, seppur parzialmente, il dubbio sull’uscita o meno del nuovo MUD, seppure non è ancora chiaro con quale strumento normativo si possa derogare al termine del 1 marzo.

Data la numerosità dei soggetti coinvolti però, diventa sempre più urgente conoscere il contenuto di tali modifiche, sulle quali non è stata fornita alcuna informativa alle Associazioni, in modo da poter indirizzare correttamente le imprese evitando di dover azzerare e ricominciare dall’inizio tutte le fasi preventive necessarie per adempiere a tale obbligo.

 

 

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