Pane nero al carbone: fa bene?
Oggi non è insolito entrare in un panificio o in un supermercato e trovare panini, svariate forme di pane o persino pizze dal colore nero pece. esistano benefici a livello funzionale dovuti al consumo di questo pane innovativo. Per essere precisi, parlare di pane nero non è una novità: questa dicitura è da sempre utilizzata per definire tutti i lievitati realizzati con farine integrali, di segale o altre farine multicereale capaci di conferire un aspetto scuro e ambrato al prodotto cotto. Ma il pane al carbone vegetale ha un’altra genesi e nasce con l’intento di coniugare i benefici derivati dal carbone con il mondo della panificazione.
Il carbone vegetale è un integratore alimentare con una precisa azione assorbente e antifermentativa, cioè capace di moderare disturbi intestinali come meteorismo, coliti e gonfiore addominale, ed è efficace nelle intossicazioni causate da alimenti e farmaci. Il carbone vegetale si ottiene tramite un processo di pirolisi (combustione termica in ambiente privo di ossigeno) di determinati tipi di legno come betulla, salice, pioppo o tiglio. Il prodotto così ottenuto viene trasformato in una polvere finissima ed estremamente porosa. Tale porosità è la principale responsabile dell’azione disintossicante del carbone vegetale, definito anche carbone attivo. La polvere di carbone infine viene inserita in capsule e venduta sotto forma del conosciuto integratore alimentare. Il carbone vegetale, proprio per le sue proprietà assorbenti, va assunto con moderazione: la sua azione è in grado di compromettere o inibire l’azione di alcuni farmaci, riducendone l’efficacia.
La polvere di carbone attivo è comunemente usata come colorante alimentare ed è da qui che si è partiti per la realizzazione di impasti ad hoc. La città che ha visto la maggior diffusione di prodotti lievitati a base di carbone vegetale è stata Roma. Negli ambienti gourmet della capitale alcuni panificatori hanno studiato ricette apposite e realizzato impasti per pane e pizze. Il carbone vegetale in polvere è inserito negli impasti in precise quantità che dipendono dal rapporto con i chilogrammi di farina utilizzati. Le giuste proporzioni, frutto di ricerca e sperimentazione, sono state individuate con il preciso obiettivo di non apportare nessuna variante nel gusto originale. I sostenitori di questa nuova tipologia di pane ritengono che la presenza di carbone nell’impasto conferisca maggiore digeribilità e leggerezza al prodotto, qualità che si sommano ai benefici dovuti alle proprietà intrinseche del carbone.