CNA Turismo e Commercio è stata ascoltata dalla decima commissione della Camera sulle proposte per il settore inserite nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Molti i temi sul piatto che la Confederazione ha portato all’attenzione dei deputati. In primis, un aspetto positivo: l’aumento da tre a otto miliardi dei fondi previsti per il turismo. Per definire le modalità di questi interventi, però, è necessario prima di tutto aprire dei tavoli istituzionali che possano monitorare tutte le fasi del processo di ripartenza e di rilancio della filiera, condividendo con le associazioni delle imprese le strategie e le azioni opportune, anche in ambito europeo e internazionale.
Altri tasselli salienti sono la riqualificazione, l’innovazione, la digitalizzazione del comparto così come la modernizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali a servizio del patrimonio artistico e culturale, salvaguardando (oltre che intervenendo, quando necessario) i beni che costituiscono un elemento imprescindibile per il turismo e per il suo rilancio.
Non può essere lasciato indietro il punto di forza dell’attrazione turistica principale del nostro Paese che finora in sostanza non ha beneficiato di interventi governativi: le città d’arte, i poli culturali (musei, teatri, biblioteche, aree archeologiche), le eccellenze territoriali, i siti Unesco, i borghi, verso i quali va inoltre potenziata la mobilità, valutando soluzioni integrate e sostenibili.
E’ doveroso rafforzare le politiche turistiche territoriali mettendo al primo posto in agenda l’identità di quell’eccellenza tutta italiana, ammirata in tutto il mondo, che è il “saper fare”, l’artigianato di qualità. Questa ricchezza dev’essere coniugata con il “turismo verde” e la rigenerazione socio economica delle destinazioni per valorizzare tutto il complesso alla base del turismo lento e sostenibile.
L’offerta turistica italiana – ha evidenziato CNA Turismo e commercio – ha bisogno di essere sostenuta e incentivata sviluppando nuove competenze e professionalità in funzione dei repentini mutamenti della domanda. Solo così sarà possibile rilanciare il turismo nazionale e riguadagnare terreno sui mercati internazionali, rallentati se non completamente interrotti dell’emergenza sanitaria.