“Il sistema pensionistico è solido”. Lo ha assicurato il presidente dell‘Inps, Pasquale Tridico, nella sua relazione annuale dal titolo ‘Disuguaglianze e iniquità sociali. Sfide per il futuro’ nel corso della presentazione del rapporto annuale dell’istituto alla Camera. “Oggi i trasferimenti dello Stato – ha detto – ammontano a circa 110 miliardi a fronte di una spesa totale per prestazioni di circa 318 miliardi”. “Fatto positivo – ha rilevato – è il contenimento della dinamica della spesa pensionistica complessiva dell’Inps di competenza finanziaria, comprensiva dei trasferimenti a carico dello Stato per il finanziamento degli interventi assistenziali, in rapporto al Pil che nel triennio 2016-2018 è risultata sostanzialmente costante passando dal 15,28% al 15,12%”.
Alla presentazione del rapporto, a cui ha assistito anche il presidente del consiglio Giuseppe Conte, è intervenuto, in apertura dei lavori, il presidente della camera Roberto Fico auspicando che la legislatura europea appena aperta consideri prioritari temi come la tutela dei diritti. “Vorrei – ha detto – che si abbia l’obiettivo di attribuire all’Europa una tripla A sociale e non solo finanziaria”. Le conclusioni sono state affidate al ministro del Lavoro Luigi Di Maio.
I numeri del rapporto Inps
Secondo il rapporto Inps sono 5,4 milioni i pensionati sotto i 1.000 euro al mese, il 34,7% del totale, un dato in calo rispetto a quello del precedente Rapporto (35,9%). Per le donne la quota di chi riceve meno di 1.000 euro al mese è pari a 43,6% (3 milioni 555 mila), mentre sono oltre 1 milione 189 mila (il 7,7%) coloro che percepiscono più di 3 mila euro. L’importo medio mensile per i pensionati Inps è pari a 1.548 euro.
La relazione annuale Inps
Quella di Tridico è stata una relazione tutta incentrata sull’analisi delle diseguaglianze che si sono aggravate, secondo il presidente Inps, durante quella che lui ha chiamato la “Grande Recessione”. “La trasformazione produttiva e l’innovazione tecnologica possono indurre a fenomeni rischiosi quali la frammentazione delle carriere e la caduta delle tutele – ha chiarito – molte di queste sfide, come i cambiamenti climatici e le migrazioni dovranno essere affrontate a livello europeo, inclusa la modernizzazione e l’integrazione delle forme di welfare”.
Secondo Tridico i salari, in termini reali, sono rimasti stagnanti dagli anni ’90 e sono emersi fenomeni come quello dei working rich, ossia i lavoratori che guadagnano cinque volte il reddito mediano annuale, calcolato sul lavoro dipendente privato (50% sono lavoratori dipendenti, 22,2% professionisti, 18,8% dipendenti pubblici, il restante collaboratori).
Il giudizio sulle misure del governo
Per contrastare queste diseguaglianze Tridico ha commentato positivamente le misure messe in campo dal governo con la Legge di Bilancio 2018. Bene, secondo il presidente del’l’Inps l’introduzione del reddito di cittadinanza e della cosiddetta Quota 100. “A fine giugno – ha spiegato – dopo tre soli mesi di operatività, risultano percettori di reddito o di pensione di cittadinanza circa 840 mila nuclei (di cui oltre 102.833 destinatari di pensioni di cittadinanza) per un numero complessivo di individui coinvolti che supera 2 milioni. L’importo medio è di circa 500 euro, nel Sud e nelle Isole risiede circa il 60% dei nuclei beneficiari.
L’intervento, secondo Tridico, avrà “un impatto espansivo sia sulla crescita effettiva che su quella potenziale” e ha già garantito una riduzione del poverity gap (distanza media di tutti gli individui di una popolazione alla soglia di povertà) e l’indice di povertà assoluta. Per quota 100 Tridico ha chiarito che “complessivamente alla fine del mese di giugno sono pervenute 154.095 domande. Sulla base del trend dei primi sei mesi di applicazione – ha aggiunto – alla fine dell’anno il numero atteso delle pensioni in pagamento sarà pari a circa 205.000, per una spesa complessiva annua pari a 3,6 miliardi”.
Il tema del salario minimo
Tridico si è soffermato anche sulle iniziative parlamentari per introdurre il salario minimo legale che dovrebbe essere fissato a 9 euro. In base a una stima effettuata dall’Istituto, su un totale di 14,9 milioni di rapporti di lavoro, per il 28,9% (4,3 milioni di rapporti di lavoro), la retribuzione oraria si collocherebbe ad oggi sotto questa soglia. La contrattazione collettiva, in ogni caso, continuerebbe ad avere un ruolo decisivo.
“Nel corso degli ultimi anni – ha spiegato infatti Tridico – la capacità regolativa del contratto collettivo nazionale è stata fortemente indebolita a causa di fenomeni come l’emergere dei contratti pirata e del non rispetto dei minimi contrattuali. Il che ha richiamato l’attenzione sulla possibile introduzione anche nel nostro Paese di misure sul salario minimo legale, misure opportunamente integrate nell’ambito degli attuali modelli di contrattazione collettiva che comunque continuano a costituire un valido sistema di regolazione e tutela dei diritti dei lavoratori subordinati, ciò al fine di dare piena attuazione al dettato costituzionale (art. 36, Cost.)”.
“La valorizzazione della contrattazione collettiva – ha concluso – costituisce un connotato comune a tutti i disegni di legge in materia di salario minimo presentati nella XVIII legislatura. Tutti riconoscono pertanto ai contratti collettivi di lavoro la funzione di regolare le tutele retributive minime dei lavoratori dipendenti, sulla base di misure che variano in relazione ai diversi comparti produttivi contrattuali”.
Di Maio: “Ecco le priorità della Legge di Bilancio 2019”
Dal canto suo Di Maio, dopo aver rivendicato la bontà delle misure adottate dal governo in tema di welfare, annunciato l’accordo della maggioranza sull’introduzione del salario minimo e sottolineato come l’equità sociale porti anche alla crescita economica, ha assicurato che entro i 24 mesi di governo saranno circa 12.500 i nuovi assunti fra Stato e Regioni da impegnare nelle politiche attive del lavoro. Sulla prossima Legge di Bilancio ha invece dato la linea del M5s: “Qualunque tipo di flat tax e taglio del cuneo fiscale dovrà avere come unico obiettivo quello di aiutare il ceto medio del Paese”.