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Il ruolo della CNA nella rappresentanza contrattuale delle Pmi

Durante il convegno “Il ruolo della CNA nella rappresentanza contrattuale delle PMI”, che si è svolto presso la sede provinciale dell’Associazione ravennate, si è trattato l’attuale e interessante tema della rappresentanza in materia di lavoro, dei vantaggi derivanti dall’applicazione dei contratti collettivi di lavoro artigiani e per le piccole e medie imprese e delle evoluzioni del modello contrattuale.

All’evento, presieduto dal presidente di CNA Industria Ravenna, Luciano Frega e introdotto da Daniela Toschi, responsabile Divisione Relazioni Industriali, sono intervenuti Maurizio De Carli e Massimo Tassinari, rispettivamente responsabile Ufficio Politiche Contrattuali CNA nazionale e responsabile Contrattualistica CNA Ravenna. Le conclusioni sono state affidate al direttore dell’Associazione ravennate, Massimo Mazzavillani.

“La CNA – ha detto Daniela Toschi – è riuscita negli anni ad estendere alle PMI, ovvero alle società di capitali, il campo di applicazione dei principali contratti inizialmente nati per l’artigianato. Questo significa per CNA una capacità di rappresentanza anche per questo target di imprese oltre ad apprezzabili vantaggi economici per le aziende”.

“Le ultime riforme del lavoro, ben cinque negli ultimi anni – ha evidenziato Maurizio De Carli – a detta dei giuslavoristi, hanno reso complessa la redazione di manuali del diritto del lavoro.

Il Jobs Act, che è l’ultima della serie di riforme del mercato del lavoro che dal 2011 ad oggi si sono susseguite, se non fosse stato reso maggiormente rispondente alle reali esigenze delle imprese, probabilmente non avrebbe dato i primi risultati occupazionali di cui oggi si parla.

Resta in ogni caso una situazione molto complicata che vede la disoccupazione giovanile oltrepassare la soglia del 40%. Pur non essendo un giuslavorista, quando vedo che il Pil registra un + 0,7% e l’occupazione un + 1,8%, è evidente che c’è un calo di produttività del Sistema Italia, ossia per produrre sostanzialmente lo stesso valore vengono occupate più persone. Se a questo aggiungiamo che da qualche anno a questa parte, INPS e INAIL praticano, attraverso le circolari, una “legislazione parallela” abbiamo un quadro della complessità con cui l’imprenditore è chiamato ad operare quotidianamente. Il contratto collettivo nazionale di lavoro è, quindi, uno strumento di riferimento chiaro, direi quasi rassicurante per l’imprenditore che tutti i giorni si trova costretto ad operare tra eccessi di burocrazia e norme parallele. I CCNL che sottoscriviamo come CNA sono normative contrattuali che vengono definite insieme agli imprenditori e che, quindi, riescono, tramite appunto la contrattualizzazione, a dare risposte in termini di flessibilità e di minori costi per le aziende che li applicano”.

Nelle conclusioni , Mazzavillani – sottolineando come il tema delle relazioni sindacali sia fondamentale – ha auspicato un’accelerazione da parte del Governo che apra una nuova stagione di relazioni sindacali. Il nostro impegno deve continuare ad essere quello di “tradurre le norme in materia di lavoro in un moderno ed adeguato sistema di regole nell’ambito contrattuale. Da parte CNA, ha ribadito con forza che “l’impegno dell’Associazione a sostegno di politiche attive per le imprese non verrà mai meno”.

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