C’è un tesoretto nella pancia profonda delle banche abruzzesi che potrebbe essere utilizzato per rilanciare la ripresa e i consumi. È rappresentato da una massa enorme di depositi custoditi nei conti correnti bancari e nei libretti postali degli abruzzesi, detenuti dai risparmiatori abruzzesi; a fine 2021 valeva qualcosa come 31 miliardi e 834 milioni di euro, insomma una cifra enorme. A rilevarlo è l’indagine realizzata da Aldo Ronci per la CNA Abruzzo su dati di Bankitalia sull’andamento del credito nell’anno passato. Uno studio che conferma un trend di crescita costante, come ricorda lo stesso autore: “Nel 2020 i depositi e il risparmio postale ammontavano in Abruzzo a 30 miliardi e 693 milioni di euro: c’è stato insomma un incremento, nel corso dei dodici mesi successivi, di un miliardo e 141 milioni, da imputare per la gran parte alle famiglie consumatrici che detengono il 78% dei depositi bancari e del risparmio postale. In percentuale, l’incremento sull’anno precedente è stato del 3,72%: una cifra importante, ancorché inferiore alla media nazionale che è attestata al 5,73%, motivo in cui ha probabilmente qualche ruolo anche la perdita di un sistema bancario locale”.
E che si tratti di fenomeno non effimero o transitorio, ma di lunga durata, lo confermano del resto anche i numeri degli anni precedenti: basti pensare che cinque anni fa, correva il 2018, la somma depositata era di 26 miliardi e 606 milioni di euro, con un aumento, pertanto, di ben cinque miliardi e 228 milioni registrato a fine 2021. Insomma, cifre imponenti davvero.
Si pone dunque il problema di quali considerazioni fare attorno a una simile massa di risorse. “L’incremento del risparmio, che stride invece con la contrazione del credito concesso alle piccole imprese, è stato certo provocato negli anni più acuti della crisi causata dalla pandemia, dalla difficoltà materiale dei consumatori di potersi muovere per spendere parte delle risorse in loro possesso, con tante attività chiuse o altre, come il turismo, fortemente condizionate da vincoli e regole rigidissime – afferma Savino Saraceni, presidente regionale di CNA Abruzzo. “Adesso che la pandemia appare sotto controllo – aggiunge – e nella speranza che il conflitto in corso possa chiudersi il più presto possibile, il problema è trovare forme di stimolo che permettano a questa massa di risorse di poter essere, almeno in parte, investite in qualcosa che vada oltre la mera rendita finanziaria, per far ripartire la domanda interna di beni e servizi. Si tratta, in definitiva, di ritrovare e ricostruire uno spirito di fiducia dei cittadini”.