Unite per competere sui mercati con maggiori probabilità di successo. Sono in continua crescita, secondo il Centro Studi CNA Marche, che ha elaborato i dati dell’Osservatorio Intesa San Paolo, le imprese marchigiane che si aggregano nei contratti di rete. Negli ultimi due anni nella regione le reti d’impresa sono passate da 46 a 105 mentre le imprese aderenti sono salite da 133 a 333. In Italia i contratti di rete sono aumentati dai 523 del 2012 ai 1.770 dell’anno scorso e le imprese aderenti da 2.161 sono diventate 7.110.Una crescita impetuosa alla ricerca di sinergie per vincere la crisi.
“I contratti di rete” commentano il presidente CNA Marche Gino Sabatini e il segretario Otello Gregorini “permettono alle aziende artigiane di realizzare progetti condivisi e di investire più risorse in ricerca e innovazione. Inoltre, grazie alle reti, le piccole imprese hanno l’opportunità di accedere a mercati a loro preclusi sia in Italia sia all’estero. Le potenzialità di sviluppo sono ancora enormi, soprattutto in ambito agroalimentare e turistico per valorizzare il made in Marche sui mercati interni ed internazionali”.
A scegliere la strada delle reti sono state soprattutto imprese di piccole dimensioni. Infatti il 77 per cento di chi ha fatto ricorso ai contratti di rete ha meno di venti addetti. In oltre il 70 per cento dei caso le reti sono formate da imprese che operano all’interno della stessa regione e solo il 10 per cento è composto da più di 10 aziende.
Nelle Marche hanno aderito alle reti 150 imprese manifatturiere di cui 52 del sistema moda, ( di cui 35 del calzaturiero) 27 di prodotti in metallo e 18 di mobili. Le imprese dei servizi che hanno sottoscritto contratti di rete sono state 96, di cui 32 di servizi alle imprese, 18 di commercio all’ingrosso, 15 di Ict. e 5 nel turismo. Le imprese edili marchigiani operanti nelle reti d’impresa sono state 39 e 9 gli studi di architettura e ingegneria.
Per quanto riguarda la diffusione sul territorio della regione Marche, la provincia nella quale le reti d’impresa hanno avuto più successo è stata Ancona con 44 reti e 83 imprese coinvolte. Seguono Macerata (31 i contratti di rete con 74 imprese), Pesaro Urbino (28 reti e 83 imprese), Fermo (28 contratti e 63 imprese), Ascoli Piceno (16 reti con 30 imprese).
Perché le imprese si uniscono in rete? Secondo una indagine della CNA, oltre il 50 per cento delle imprese che hanno scelto di aggregarsi , lo ha fatto per la necessità di ampliare il mercato mentre il 17 per cento si è unito per cercare l’innovazione, il 13 per cento per incrementare l’export e l’11 per cento per migliorare la promozione commerciale. Meno numerose le imprese che si sono messe insieme per la subfornitura (6 per cento) o per creare gruppi di acquisto (2 per cento).
“Occorre” secondo Sabatini e Gregorini “diffondere e consolidare i modelli delle reti d’impresa attraverso efficaci strumenti di politica industriale e, allo stesso tempo, sostenere gli investimenti delle aggregazioni d’impresa esistenti, affinché esse superino la dimensione locale o regionale e rafforzino la presenza sui mercati esteri. Inoltre la sospensione di imposta dovrebbe essere prevista solo peri contratti di rete tra piccole e medie imprese ed andrebbero favorite le relazioni con il mondo universitario e della ricerca. Infine per le reti d’impresa servono meccanismi procedurali semplificati in termini gestionali, contabili e fiscali:”