Marche, artigiani e piccole imprese senza credito. Negli ultimi cinque anni i prestiti delle banche alle aziende artigiane sono diminuiti del 20,4 per cento e quelli alle piccole imprese del 12 per cento. In Italia solo le piccole imprese del Molise sono state trattate peggio, con un taglio del17,3 per cento dei crediti. Complessivamente il sistema produttivo ha registrato un taglio dei finanziamenti del 4,2 per cento, inferiore a quello che ha riguardato tutti i cittadini marchigiani (-5,7). Ad affermarlo un’indagine del Centro Studi CNA Marche che ha elaborato i dati Artigiancassa e li ha presentati all’assemblea regionale di Fidimpresa, il Confidi unico della CNA.
“Questi dati” ha commentato il presidente CNA Marche Gino Sabatini “dimostrano che il sistema creditizio delle Marche ha chiuso i cordoni della borsa solo per le imprese più piccole mentre ha continuato ad erogare credito ai grandi gruppi industriali che, tuttavia, tra il 2010 e il 2014 hanno continuato a licenziare e delocalizzare. Occorre invertire la tendenza e tornare a puntare sul sistema diffuso delle piccole e medie imprese, che rappresentano oltre il 90 per cento dell’economia marchigiana”.
Lo scorso anno sono stati 42,4 i milioni di euro prestati dalle banche ai marchigiani contro i 44,9 del 2010. Di questi 18,3 milioni sono andati alle imprese. Alle piccole imprese sono stati erogati prestiti per 6,7 milioni di euro ed gli artigiani 2,4 milioni.
Non solo artigiani e piccole imprese si sono visti ridurre i prestiti negli ultimi cinque anni ma non sono riusciti nemmeno a risparmiare. Infatti i depositi degli artigiani nelle banche marchigiane si sono ridotti dell’1,4 per cento e quelli delle piccole imprese del 6,8. Molto diversi i dati concernenti il sistema delle imprese che ha incrementato i depositi del 18,2 per cento. Ancora più eclatante il dato complessivo dei risparmi dei marchigiani, che sono aumentati del 25,1 per cento tra il 2010 e il 2014.
“Assistiamo” ha sostenuto Leonardo Nafissi direttore nazionale Fedart Fidi “al collasso di una parte del sistema produttivo. Per questo è urgente una nuova politica creditizia in grado di favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, anche attraverso il rafforzamento dei Confidi in modo da far cogliere al sistema produttivo le opportunità offerte dai primi segnali di ripresa.”
Fedart Fidi, è stato ricordato all’assemblea di Fidimpresa Marche, raggruppa 130 Confidi artigiani con 14 miliardi di euro di finanziamenti garantiti lo scorso anno a 700 mila piccole e medie imprese. Nelle Marche i Confidi artigiani aderenti a Fedart Fidi sono 9 con 45 mila imprese associate ed hanno erogato 1,3 miliardi di euro.
“In questo contesto” ha ricordato il presidente di Fidimpresa Marche Silvano Gattari “il nostro Confidi è il più grande della regione con oltre 24 mila associati. Fidimpresa Marche ha consentito a 3.984 aziende di ottenere dagli istituti di credito 163,2 milioni di euro di cui 68,1 garantiti dal Confidi, per gli investimenti e la liquidità necessari a resistere alla crisi. In particolare il 72 per cento delle garanzie ha riguardato i crediti a medio e lungo termine. I crediti a breve sono saliti dal 27 al 31,3 per cento perché sono aumentate le esigenze di finanziare la liquidità rispetto agli investimenti aziendali. Al leasing è stata riservata una quota di appena lo 0,4 per cento. Inoltre sono stati 28 gli artigiani ed i piccoli imprenditori marchigiani che abbiamo salvato dagli strozzini. A loro Fidimpresa Marche ha garantito 489 mila euro di finanziamenti. Fondi che le banche non avrebbero mai concesso e che hanno evitato la drammatica scelta tra la chiusura dell’attività e l’abbraccio degli usurai”.
Ai marchigiani in difficoltà, in particolare alle famiglie a rischio sfratto ed ai giovani che vogliono fare impresa, si rivolge invece Fidipersona, la prima società per il microcredito costituita nelle Marche, la cui attività è stata illustrata dal direttore Giorgio Giancamilli.
“A noi” ha spiegato Giancamilli “si rivolgono le persone ed piccoli imprenditori che non riescono ad ottenere prestiti dalle banche per la mancanza di garanzie. Al microcredito possono accedere le ditte individuali fino a 5 dipendenti e le persone fisiche disoccupate o con una contrazione del reddito o un aumento delle spese non derogabili per il nucleo familiare”.